Un vampiro dallo spirito imprenditoriale
Dopo due secoli passati rinchiuso in una bara sotto forma di vampiro, Barnabas Collins viene liberato e finalmente fa ritorno a Collinwood, la magione che era stata eretta dai suoi genitori nella cittadina di Collisnport, fondata dagli stessi al loro arrivo nel Maine nel 1760. Solo che adesso siamo nel 1972, i tempi sono un po’ cambiati e anche la famiglia Collins, un tempo la più ricca e importante di quell’angolo di costa atlantica, ora è in rovina.
Grazie all’amore che nutre nei confronti della sua famiglia e all’aiuto della sua lontana discendente Elizabeth, la matriarca della famiglia, il vampiro gentiluomo rimette in piedi l’attività di famiglia (un’industria nel settore ittico) e cerca di ridare lustro al nome Collins. Purtroppo per lui, Barnabas non poteva capitare in un periodo peggiore per l’America, frastornata dalla guerra in Vietnam, da cambiamenti sociali importanti e da un’amministrazione che lasciava i cittadini americani nello sconcerto.
Nonostante vari problemi che Barnabas deve fronteggiare (primo tra tutti il fatto di essere un vampiro) il legame nei confronti della famiglia è così importante per lui che fa di tutto pur di rivedere l’onore dell’antico nome ristabilito, anche ingaggiare Alice Cooper per dare un ballo. Ma il mondo in cui Barnabas si è risvegliato è troppo diverso dal mondo in cui era abituato, un mondo dove il sangue era più denso dell’acqua, dove l’attività di famiglia era importante non solo perché dava sostentamento, ma soprattutto perché era “di famiglia”. Ora la forte industrializzazione, l’imperialismo economico che in due secoli si è sviluppato nel Nuovo Mondo può distruggere i legami affettivi. Tutto questo assume il bel volto della strega Angelique, l’amante rifiutata in gioventù da Barnabas, talmente accecata dal desiderio di possederlo da tormentare attraverso i secoli la famiglia Collins e tutto ciò che essa rappresenta con il solo scopo di vederla soccombere. È lei che ha gettato la maledizione su Barnabas rendendolo un mostro che può vivere solo uccidendo innocenti; è lei la serva di Mefistofele, il cui simbolo (il vampiro lo riconosce) è la famosissima insegna a forma di M gialla tanto cara all’America. Tim Burton torna sulla scena a due anni di distanza da Alice in Wonderland, fortunatamente riprendendo pieno possesso del suo stile e della curiosità che lo spinge a investigare il mondo, o meglio i mondi in cui ci muoviamo, mettendo in scena un’opera visivamente ricca e densa di significati, che ci fa capire come questo autore, spesso accusato di essere sempre uguale a se stesso, abbia ancora molto da dirci, e soprattutto da mostrarci.