SPECIALE HORROR ITALIANO
Un tiro mancino al cinema italiano
Il metafisico quartiere romano dell’EUR è lo sfondo di un altro tiro mancino lanciato da Federico Zampaglione al paludato cinema italiano. Il concetto è già stato fatto notare in molte altre sedi, ma è bene ribadirlo e accennarlo anche qui: Tulpa è infatti un film di genere senza compromessi e fino in fondo, senza ritrattazioni moraliste e seriose, capace di giocare con gli stereotipi e le convenzioni del genere, anche quelle meno affini al pubblico “neo-baricco” o a quello abituato alle armi spuntate della commedia delle ultime annate.
Il terzo lavoro del cantante/regista è uno di quei film, aldilà del valore dell’opera in sé, che nel nostro cinema sono merce sempre più rara almeno da trenta anni a questa parte, e che servono a smuovere e a variegare la sua offerta. Ciò ribadito, Tulpa conferma la capacità e la forza dello sguardo “notturno” di Zampaglione, crudo ma non eccessivamente sadico e allo stesso tempo perfino raffinato nella sua sanguinolenza, già mostrata in Shadow (che rimane comunque superiore). Viene raccontata la storia di Lisa, donna in carriera e sola che come unica distrazione si concede rapporti randagi in un ambiguo, misterioso e orientaleggiante circolo privato, fino a quando tutti quelli che hanno avuto un rapporto con lei o che hanno cercato di metterle i bastoni tra le ruote non finiscono brutalmente assassinati (dopo l’inevitabile tortura). Andando all’essenziale della storia ed eliminando il più possibile ogni fronzolo narrativo non essenziale (anche a costo di essere un po’ dozzinale nella rappresentazione del contesto lavorativo e quotidiano), il regista (anche sceneggiatore e tra i produttori) riesce a tenere alta la tensione nei momenti più splatter e la suspense per quanto riguarda la scoperta del maniaco; questo particolarmente nella rappresentazione delle torture e delle uccisioni, efficaci perché basati su uno stile non ridondante, sul gioco di luci e spazi, sulla fantasia delle modalità e sulla consapevolezza di sapere quanto e quando insistere sui particolari e quando invece preferire le ellissi per non rischiare di tirare troppo la corda e rendere ripetitiva la narrazione. Giocando quasi totalmente di notte e in interni, le ambientazioni diurne livide e nuvolose dell’EUR, di cui abilmente si sottolinea l’inquietante fotogenia, diventano metafora della grigia condizione esistenziale della protagonista, in contrasto con il rosso del locale, anche esso inquietante ma simbolo dello sfogo istintivo e irrazionale delle passioni e della disperazione della donna.
Tulpa [Italia 2013] REGIA Federico Zampaglione.
CAST Claudia Gerini, Michela Cescon, Ivan Franek, Michele Placido, Nuot Arquint.
SCENEGGIATURA Federico Zampaglione, Giacomo Gensini, Dardano Sacchetti. FOTOGRAFIA Giuseppe Maio. MUSICHE Francesco Zampaglione, Andrea Moscianese.
Horror, durata 82 minuti.