Tutta colpa di J.J.!
Speriamo che J.J. Abrams si renda conto di quanto Lost sia diventato un modello per gli sceneggiatori, che paiono incapaci di resistere alla tentazione di inserire salti avanti e indietro nel tempo, o flashforward e flashback per i più raffinati, intrecciando una moltitudine di storie che dovrebbero convergere verso uno snodo centrale.
Nemmeno Continuum, serie televisiva fantascientifica di matrice canadese, riesce ad essere… continua. In tutti i sensi. In un futuro non così difficile da immaginare, le multinazionali hanno costituito un vero e proprio governo. L’umanità sfiancata da guerre e crisi ha accettato una tirannia appena mascherata con una patina di civiltà, ma un gruppo di dissidenti, i Liber8, si oppone e per distruggere questo futuro torna indietro nel tempo per modificare il passato. La “discontinuità” che è un marchio di questa serie si manifesta subito facendo vedere come sia difficile stabilire una linea di demarcazione fra buoni e cattivi. I Liber8 non esitano a uccidere e al contempo tra i Protettori, una sorta di polizia mondiale, c’è davvero chi vuole il bene dell’umanità. Le varie storie si svelano pian piano, molto piano, e il meccanismo che dovrebbe suscitare suspense diviene presto non solo arzigogolato, ma anche troppo ripetitivo. I colpi di scena nelle varie storie non toccano lo spettatore, già era stato guidato verso certe conclusioni, né introducono grossi cambiamenti nel plot. Il personaggio principale è Kiera Cameron, un Protettore accidentalmente finita nel passato assieme ai ribelli, che cerca di fermare unendosi alla polizia di Vancouver, aiutata a costruirsi una falsa identità da un geniale adolescente nerd dei giorni nostri. La sua storia non è priva di interesse, perché prima ancora che poliziotta è una moglie e una madre che vuole tornare dalla sua famiglia, anch’essa non priva di segreti, ma se nei panni della dura è credibile, risulta assai più arduo crederle quando si cala nel ruolo di una donna in pena. Il resto del cast, purtroppo, rimane sullo sfondo; non c’è un personaggio dotato di un particolare carisma e la sceneggiatura, con le sue svolte continue, impedisce di approfondirne o almeno di affezionarsi a qualcuno. Forse una gruppo di attori più ristretto sarebbe stato meglio gestibile. Nota di merito agli scenari e alla Computer Graphic. Ambientato e girato a Vancouver, il telefilm offre ambientazioni suggestive, siano esse vero o ricreate al computer e mischia bene elementi quotidiani e fantascientifici. Ciò che vediamo nel futuro è calibrato per essere verosimile, con qualche accenno-omaggio a Robocop e Demolition Man, ed è interessante vedere come Kiera si ambienti con la sua tecnologia nel nostro tempo. Tirando le somme, Continuum non è né meglio né peggio di tante altre serie. Il problema, in un panorama sempre più affollato, è che essere solo “accettabili” non lo è affatto se si vuole lasciare il segno su uno spettatore che può scegliersi altre mille performance di qualità superiore. Vedremo come andrà con la seconda stagione.
Continuum [Canada 2012 – in produzione]. IDEATORE Simon Berry.
CAST Rachel Nichols, Erik Knudsen, Victor Webster, Tony Amendola, Stephen Lobo.
Fantascienza/Avventura, durata 45 minuti (episodio).