Jafar nel Paese delle Aliceviglie o viceversa
Once Upon a Time in Wonderland fa di tutto per inseguire i fasti della serie madre da cui è stato tratto. Tante storie, un buon numero di personaggi provenienti da mondi estranei e misteri in abbondanza.
È per questo che ad un certo punto – più o meno all’altezza della terza/quarta puntata – il calderone esplode, lanciando per ogni dove input e spunti a casaccio, senza l’abilità e la coerenza a cui Once Upon a Time, per lo meno agli inizi, ci aveva abituato, riuscendo a giustificare la presenza in contemporanea di Biancaneve e Cappuccetto Rosso, di tavole calde e cuori negli scrigni. Il format è tanto teso verso l’inarrivabile “genitore” da dimenticarsi di creare un’identità propria, inscenando un complesso di Edipo che rivaleggia con quello del villain Jafar, in combutta con una Regina di Cuori ideata decisamente in tempi di crisi. Alice, ormai adulta e sfuggita a una lobotomia, si scontra con loro nella ricerca del suo amore, il Genio Cyrus. Sì, Alice se la fa con il genio di Aladino, perchè, sempre mantenendosi fedeli allo spirito originario della saga, i personaggi vengono rimaneggiati ed adattati. Il problema è che qui non c’è una logica nel giustificare tali relazioni. Gli attori calcano tanto il Labirinto delle Carte quanto il deserto di Agrabah con diversi gradi di convinzione; su tutti brilla la coppia Sophie Lowe e Michael Socha, rispettivamente Alice e il Fante di Cuori, che aiuta a non badare agli imbarazzanti effetti speciali messi in campo. E per fortuna, giacchè il coinvolgimento si perde nella buia foresta delle buone intenzioni infrante, fra mille flashback e abbozzi di personaggi fiabeschi più o meno famosi. Questa mania dell’accumulo intralcia lo sviluppo del personaggio e fa sentire lo spettatore come uno dei ricci usati per una partita di cricket dalla Regina di Cuori di disneyana memoria. Calciato qui e là, con Jafar fresco di permanente e il Genio i cui (il)limitati poteri cosmici sono utili come un caminetto nel deserto, al povero spettatore non resta che domandarsi non tanto la differenza che corre fra un corvo e una scrivania, ma quella tra una sceneggiatura fuori controllo e un format senza slancio.
Once Upon a Time in Wonderland [Id., USA 2013-2014]. IDEATORE Edward Kitsis, Adam Horowitz.
CAST Sophie Lowe, Michael Socha, Naveen Andrews, Emma Rigby, Peter Gadiot, Zuleikha Robinson.
Fantasy/Drammatico/Avventura, durata 45 minuti (episodio), stagione 1.