Una, nessuna, centomila
La posta in gioco è ancor più alta nella seconda stagione di Orphan Black – ideata da Graeme Manson e John Fawcett, trasmessa su Space in Canada e su BBC America negli Stati Uniti: in pericolo non è solo la vita di Sarah, ma anche quella delle “sorelle” e di Kira, la figlia. Gli interrogativi si fanno più incalzanti: Perchè alcune di loro sono malate? Come mai tutte, tranne le gemelle, sono sterili? Stare con i Proletani o con il Dyad Institute?
Prima di fare qualsiasi riflessione, bisogna dire che Tatiana Malsany, su cui poggia l’intero plot, è meravigliosa. La sua prova d’attrice ha già entusiasmato nella prima stagione, nella seconda è ancora più convincente. Maslany riesce a vestire i panni dei cloni che interpreta, dando loro verità e freschezza. Il suo corpo attoriale è a servizio di ogni personaggio: ci sono gesti, sguardi, accenti nella voce, andature diverse per ogni donna che impersona. La ribelle e temeraria Sarah, allergica alle regole e al controllo; l’angelo biondo, pazzo e perturbante Helena; la strana e divertente, senza saperlo, Alison; la dolce e intelligente Cosima e la frigida e pericolosa Rachel, sono definite in maniera così precisa da non sembrare “copie”, ma personaggi a tutto tondo. Molto del fascino della serie, tesa e avvincente, sta nella densità di ogni episodio, costruito in modo perfetto; la storia si avvolge su se stessa, si ritira e rilascia, senza mancare in nulla: ritorni, addi e colpi di scena si susseguono tra inseguimenti, inseminazioni, rapimenti e macchinazioni. Ci si muove come animali in gabbia, non si sa su chi fare affidamento: Mrs S., Paul, il dottor Leekie, Delphine, Ethan Duncan, Donnie sono personaggi talmente tanto ambigui che risulta difficile per noi e per i cloni capire da che parte stiano e di chi fidarsi. Scienza/medicina (Geni, DNA, gemelli, malattie) e mitologia (Il progetto Leda che cita il mito greco), “religione” e questioni governative (Sarah e Helena, le uniche gemelle della “famiglia”, sono state cedute alla nascita l’una allo Stato, l’altra alla Chiesa), identità e genere (Felix, il fratellastro di Sarah, è omosessuale, Cosima è lesbica e Tony è un transgender), dramma e commedia (si pensi alla coppia Alison/Donnie o Alison/Felix) si mescolano tenendoci avvinti. Orphan Black, serie da guardare e gustare in ogni sua parte, femminile e femminista quanto basta, non lascia indifferenti con la sua storia, le sue protagoniste, la guerra eterna tra Scienza e Potere, intellettuale e colto quanto basta – i titoli di ciascun episodio si rifanno al Novum Organum di Francis Bacon – chiede allo spettatore partecipazione “attiva”. Siamo in attesa della terza stagione per sapere di più oltre che sulle nostre beniamine anche sul progetto Castor.
Orphan Black [Id., Canada 2014] IDEATORI Graeme Manson, John Fawcett.
CAST Tatiana Maslany, Dylan Bruce, Jordan Gavaris, Evelyne Brochu, Kevin Hanchard, Michael Mando.
Fantascienza/Drammatico, durata 42 minuti (episodio), stagioni 2.