L’origine del male
Quante volte guardando un film ci siamo chiesti: “com’è iniziato tutto?”. Da qui prende le mosse il lavoro di Carlton Cuse (Lost), Kerry Ehrin (Friday Night Lights) e Anthony Cipriano, Bates Motel (A&E Network), il prequel – ambientato ai giorni nostri, con influenze anni ’50 – di uno dei più importanti e amati film della storia del cinema, Psyco, di Alfred Hitchcock, tratto dall’omonimo romanzo di Robert Bloch, interpretato da Antony Perkins e Janet Leight.
Qual è il germe che si è insinuato nella mente di uno dei folli più conosciuti della storia del cinema? Il protagonista in Psyco uccide Marion Crane per ordine di Madre, ma chi era Norman prima di essere Norman? Bates Motel (10 episodi) indaga la mente e i sogni più reconditi e oscuri del nostro, entra tra le pieghe degli abbracci, dei baci di quella madre e di quel figlio, stretti in un rapporto malato. La serie tv inanella una morte dopo l’altra (quella del padre del protagonista e quella del precedente proprietario del motel), narra del rapporto di Norman con l’altro sesso – la bionda Bradley e la mora Emma -, di una madre ingombrante, complicata e problematica – un passato di violenze sessuali e vessazioni d’ogni tipo, un carnet di uomini tutti sbagliati. Violenza e sesso, malattia e normalità, sono al centro della serie che, assieme a Hannibal (NBC), dà inizio a un’onda horror in cui si studiano le origini del male (Norman e il doctor Lecter). I protagonisti di Bates Motel sono dipendenti e bisognosi l’uno dell’altra, immersi in una solitudine che sparisce solo quando sono insieme: madre e figlio sono gelosi – lei di Bradley, lui del vice sceriffo Shelby -, si difendono ad ogni costo, cenano a lume di candela. Madre, nel film mummificata, qui, tutta corpo e seduzione, sempre pronta a fuggire per ricominciare, usa l’avvenenza per irretire gli uomini, tenta di proteggere il figlio dai demoni che lo possiedono, dimentica dei suoi. Norman cerca di vivere i suoi diciassette anni nella normalità, si prende una cotta per la ragazza più popolare della scuola, attende i suoi sms, chiede consiglio al fratello Dylan, ma il mostro imprigionato in lui urge per uscire: immagina violenze che lo stimolano sessualmente, si appassiona alla tassidermia, gioca al detective con Emma, indagando sul mistero delle prostitute orientali. Qualcosa però non funziona. Partiamo da un presupposto: è sbagliato giudicare la serie in funzione dell’opera hitchcockiana. Bates Motel e Psyco non sono la stessa cosa: l’uno è un prodotto di oggi per la tv, l’altro è un film del 1960, l’uno inserisce altre trame (prostituzione e droga), non sempre ben sviluppate e unteressanti, l’altro invece percorre un’unica strada a pieno e fino in fondo. Se Psyco lo conosciamo bene, Bates Motel no, e, la cosa non cambia alla fine della serie, continuiamo a non conoscerlo: ci lascia l’amaro in bocca, sarà perchè dà tutto troppo presto (il rapporto madre-figlio), sarà che viene meno la suspense, sarà che avrebbe potuto dare e fare di più. L’unica cosa che sappiamo è che Bates Motel è un’occasione mancata.
Bates Motel [Id., USA 2013] IDEATORI Carlton Cuse, Kerry Ehrin, Anthony Cipriano.
CAST Freddie Highmore, Vera Farmiga, Max Thieriot, Mike Vogel, Nestor Carbonell, Nicola Peltz.
Drammatico/Thriller, durata 40-45 minuti (episodio), stagioni 1.