SPECIALE SECONDA GUERRA MONDIALE
Astrazione storica
Durante la Seconda Guerra Mondiale, in un campo di prigionieri politici, alcune stelle del calcio internazionale si riconoscono nonostante le divise oramai cambiate ed i volti segnati dal conflitto. La rivalità bellica tra tedeschi e alleati viene stuzzicata dalla presenza di queste giovani promesse calcistiche, tanto da spingere i dirigenti nazisti a organizzare una partita tra le due fazioni a Parigi.
La partita sarà l’occasione per affermare la superiorità teutonica o, quanto meno, per tentare la fuga da parte della squadra alleata. La metafora calcistica è, da sempre, quella maggiormente di successo in ogni suo campo di applicazione: Fuga per la vittoria ripesca dalla Storia l’episodio della cosiddetta “partita della morte” e lo trasfigura in una metafora quasi giornalistica, a uso e consumo del cinema rassicurante e privo di scossoni che volti come Stallone e calciatori affermati (Pelé fra tutti) possono garantire agli spettatori. Il film, è ovvio, non vuole essere un documento storico, ma un esempio di redenzione, di unione tra persone di estrazione e appartenenza diversa sotto un’unica insegna, capace di abbattere cancelli e barriere preposte a trattenerla. Applausi spontanei da parte dei rivali e discorsi di incoraggiamento a base di libertà e rivalsa accompagnano i protagonisti nella loro avventura, che abbandona sempre più i toni drammatici del realismo bellico, andando verso l’idealismo anni ’80 che trova nel volto e nel corpo di Sly un emblema difficile da ignorare. Stride un po’ questo contrasto tra l’episodio storico originario e la sua resa cinematografica, ma si perdona nel momento in cui questo diventa il pretesto per sfoggiare virtuosismi atletici un po’ fuori luogo forse, ma senza dubbio adatti a restituire il mix culturale e popolare che vede unirsi in soluzioni inattese drammi e successi, vicende storiche e palloni d’oro. Non sperimentalismo artistico, ma giustapposizioni culturali che diventano specchio degli anni ’80, almeno di una certa parte di mondo. Leggendo il film in una chiave prettamente storica, esso non ne può uscire che danneggiato, se non addirittura irrispettoso e inopportuno. Ma è interessante, appunto, rivedere in quelle scelte tecniche e realizzative la situazione contingente della cultura più largamente e popolarmente intesa. Il film di John Huston è un emblema storico di inizio anni ’80 più che della Seconda Guerra Mondiale, ma lo specchio culturale non è affatto detto che debba funzionare sempre nella direzione che ci si aspetterebbe. Meltin’ pot culturale in cui confluiscono dati alti e bassi: questo in fondo è il momento storico reso sul grande schermo da Fuga per la vittoria.
Fuga per la vittoria [Victory, USA 1981] REGIA John Huston.
CAST Sylvester Stallone, Michael Caine, Max Von Sydow, Pelé, Bobby Moore, Osvaldo Ardiles.
SCENEGGIATURA Evan Jones, Yabo Yablonsky. FOTOGRAFIA Gerry Fisher. MUSICHE Bill Conti.
Drammatico/Sportivo, durata 116 minuti.