SPECIALE CORTOMETRAGGI ITALIANI
Razzismo e grafica
Samuele lavora in un mattatoio di polli. I suoi colleghi di pari livello sono tutti neri. Quando uno di loro gli salva la vita, diventa difficile per il ragazzo continuare a credere fermamente nelle differenze razziali e a tramandare l’odio per il diverso colore della pelle all’amato figlio.
Odio razziale e difficoltà sociali sono i principali temi attraversati nel cortometraggio di Adriano Giotti, a cui va il merito senza dubbio di aver creato un’ambientazione e una sceneggiatura insolita per affrontare tematiche altrimenti a rischio stagnazione. A partire dall’idea grafica, Piume denota freschezza e proprietà di movimento all’interno del tema, sapendo entrare ed uscire dall’allegoria presentata senza intoppi. Tranne che per una colonna sonora a tratti didascalica e retorica (soprattutto sul finale), le immagini si mantengono a distanza di sicurezza da canoni sdolcinati e ridondanti. Altro plauso va al fatto di aver scelto come focus principale un odio razziale “giovane”, ma misurato e non violento (almeno fino alla perdita del controllo in qualche modo istigata dai fatti avvenuti). Le sequenze sono costruite con un certo dualismo cromatico che supera il mero contrasto tra diversi colori di pelle e che si appropria anche di costumi e location, sapendo così, nel loro piccolo, dare risalto anche a professioni considerate secondarie delle realizzazioni filmiche. I dialoghi, così limitati, lasciano che lo sconforto o semplicemente il disagio del protagonista parlino attraverso i fatti e le sue espressioni del suo viso/corpo, costantemente malcelate dietro sguardi di rancore. In fondo, nella storia raccontata, ciò che emerge è quasi un’incredulità di fronte alla messa in discussione dei propri ideali e la realizzazione improvvisa che dopo tutto è vero che “tutto è relativo”, a partire da noi stessi. La concezione grafica rende giustizia a questa “scoperta” e inserisce Piume nella attualità non solo trattando tematiche quanto mai immanenti nelle discussioni quotidiane, ma anche inserendo il cortometraggio in una più ampia concezione visiva che riporta immediatamente alle tendenze contemporanee. Si rinuncia in generale ad assurgere a tema universale e senza tempo, permettendo così un maggior riconoscimento della realtà e, di conseguenza, un maggior realismo. Linearità, forse, potrebbe essere un termine appropriato ad inquadrare un cortometraggio che si dimostra potente abbastanza da imprimersi nella memoria degli spettatori.
Piume [Italia 2014] REGIA Adriano Giotti.
CAST Matteo Pianezzi, Enrico Patruno, Abdou Niang, Gianni Ciardo.
SCENEGGIATURA Adriano Giotti. FOTOGRAFIA Daria di Mella. MUSICHE Adriano Aponte.
Drammatico, durata 16 minuti.