SPECIALE GRANDI CLASSICI
Più è soggettivo, più diventa oggettivo
L’immaginario di un cineasta personaggio, scardinato e messo a nudo in una sorta di esperienza autoanalitica che, come soltanto in Fellini accade, più si fa soggettiva e intima, più finisce col fotografare un’epoca, una sensibilità, un mondo perduto.
Nella stazione termale di Guido Anselmi non convergono soltanto i sogni proibiti e le fantasticherie più recondite di un epocale alter-ego: tutto ci riguarda e tutto è cinema, dalle relazioni extraconiugali allo sguardo di una moglie delusa, dal fantasma purissimo di un personaggio femminile alle continue domande di produttori, tecnici, critici senz’anima, amici, giovani amanti e improvvise comparse lunari. Il film si farà oppure no? La vita potrà avere un ordine in questo ingestibile marasma di ricordi, slanci, proiezioni, dubbi, aspettative, vane illusioni? Era necessario diventare adulti, crescere, occupare un posto nel mondo, dover difendere la propria immagine pubblica? Non poteva essere altrimenti? Non poteva essere altrimenti: il film si fa, fosse solo per il fatto che il racconto della crisi creativa è esso stesso il film. La macchina da presa non si sottrae al circo di questa scenografia in fieri che è la vita: divagante, in aperta oscillazione tra disciplinata messinscena e inesauribile improvvisazione, figurazione e perdita del controllo. Sentimentalista, certo, ma autentico e collettivo, il girotondo in cui tutto si risolve ci coinvolge e chiama in causa, ci appartiene anche dopo cinquant’anni. La nostra esistenza si rispecchia nell’Arte, l’Arte non finirà mai di nutrire se stessa, il flusso di coscienza prosegue ininterrotto, il tempo e i luoghi si fanno gioiosamente fagocitare e trasformare per rimanere possibili, per renderci possibili, per connettere il frammento all’intero e permetterci di sopravvivere. Messa a nudo e catarsi: sull’8 1/2 di Fellini si fonda il successivo e ripetuto tentativo di un autoritratto come dono di sé al mondo, pratica pubblica di confessione e restituzione, che pochissimi hanno saputo replicare senza guardare al proprio ombelico, e nessuno, nessuno ancora, è stato davvero capace di eguagliare.
8 1/2 [Italia 1963] REGIA Federico Fellini.
CAST Marcello Mastroianni, Anouk Aimée, Claudia Cardinale, Sandra Milo, Barbara Steele.
SCENEGGIATURA Federico Fellini, Ennio Flaiano, Tullio Pinelli, Brunello Rondi. FOTOGRAFIA Gianni di Venanzo. MUSICHE Nino Rota.
Drammatico, durata 138 minuti.