Il fattore umano
Ambientata a Londra nell’arco di appena quattro giorni, Collateral costruisce un’intricata vicenda poliziesca che, toccando diverse figure e diversi ruoli all’interno della società britannica, estende la riflessione sulla rabbia soffocante della contemporaneità, gettando luce tanto sulla crisi delle istituzioni quanto sulle speranze frustrate nei confronti del fattore umano.
In questa miniserie che alla detective story intreccia con sapienza un affresco corale di drammi pubblici e privati, a generare il plot è il misterioso omicidio di un fattorino della pizza, rifugiato siriano, freddato nel sud di Londra appena dopo una consegna serale. Di fronte all’assenza di validi moventi, l’indagine passa in mano alla detective incinta Kip Glaspie – una Carey Mulligan davvero in stato di grazia – ma mostra presto le falle di qualsiasi possibile controllo: non si tratta soltanto di faticare a smascherare la casualità che, a partire dal delitto, si allarga a macchia d’olio sulle vite dei più svariati personaggi, coinvolti a differente titolo nell’accaduto; si tratta soprattutto di mettere a fuoco l’impotenza di ciascuno di essi di fronte all’intricato traffico di esseri umani, potremmo dire reale e metaforico, che come una cospirazione in grado di penetrare ai piani più alti del potere impedisce a ciascuno di gettare sufficiente luce sul proprio destino personale.
Al netto di un’architettura registica di solido rispetto, capace anche di sequenze vibranti e memorabili, per intrecciare caso e dolorosa necessità ci vuole il polso dei migliori narratori: David Hare, drammaturgo di fama indiscussa, riconosciuto anche dal cinema grazie a titoli come Il danno, The Hours o The Reader – A voce alta, mostra di essere più che all’altezza e di voler mettere davvero a fuoco il dolore intimo che questa vicenda collettiva alimenta. Una struttura complessa e un gusto per i caratteri e le sfumature più inesorabili fanno di Collateral un tentativo coerente di porre in discussione il rapporto tra atomizzazione della società e violenta globalizzazione: il disegno consapevole delle conseguenze che legano le grandi paure del nostro tempo – le migrazioni, le guerre, il terrorismo – al declino ineluttabile della fiducia che possiamo nutrire per l’altro, specialmente quando sentiamo che la sua azione potrebbe determinare la nostra vita. Per una volta, è il caso di dirlo, una serie che senza essere schiava dell’attualità, rivela tutta la sua disarmante verità.
Collateral [id., Regno Unito 2018] IDEATORE David Hare. REGIA S. J. Clarkson.
CAST Carey Mulligan, John Simm, Billie Piper, Nathaniel Martello-White, Ben Miles, Jeany Spark, Maya Sansa.
Drammatico, durata 57 minuti (episodio).