Il mestiere degli uomini
“Scendere è l’unico modo per risalire”. Parola di Dom Cobb, che le continue incursioni nei sogni altrui le ha pagate con la discesa al Regno degli Incubi (i suoi). Ne sa qualcosa anche Matt King, stranito protagonista di The Descendants (in Italiano, per passaggio metonimico, Paradiso amaro), commedia agrodolce sul senso di responsabilità e sull’(in)abilità di diventare adulti.
Discendente – un titolo, una predestinazione – da una nobile principessa hawaiana, Matt, avvocato e co-proprietario, con una moltitudine di cugini, di un’enorme proprietà terriera nel paradisiaco arcipelago, si ritrova improvvisamente con una moglie in coma e due figlie semisconosciute delle quali occuparsi. Da genitore “di riserva” a papà a tempo pieno è già una prova estenuante, ma la vita si accanisce e al dolore per la tragedia si aggiunge la rabbia, goffa e spiazzante, della scoperta: la moglie lo tradiva da diverso tempo. Come elaborare? Il regista Alexander Payne ci indica la sua via: distanziamento dalle pressioni sociali – vedi alla voce: petulante famiglia arricchita – e successivo viaggio alla (ri)scoperta di sé (Sideways docet). Matt, (volto attonito e fisico appesantito di un credibile George Clooney), in caduta libera sotto la zavorra dei sensi di colpa, decide che questo viaggio “s’ha da fare”, ma più per necessità mascolina di un confronto/scontro con il rivale in amore che per urgenza di analisi introspettiva. O almeno così crede lui. Poco importa. Il viaggio è uno strano stato dell’essere che opera secondo i dettami dell’imponderabilità: rivelerà la deludente e banale inettitudine di Brian l’amante, il tipo per il quale “tutto succede e basta”; e di Matt, padre finalmente riconosciuto nel proprio ruolo genitoriale, farà scoprire la capacità del gesto efficace e dell’abbandono sereno alla levità del ricordo, veicolato da parole che si fanno racconto di vita. La stessa levità di toni identifica la sintassi cinematografica payneiana in grado di farci intuire, più che vivere, il dramma grottesco del suo apprendista eroe, costantemente in bilico sull’orlo di un baratro esistenziale. Si salverà con il coraggio delle proprie scelte perché “niente succede e basta”: prendere decisioni è il vero mestiere degli uomini, è la fatica del vivere quotidiano, che il sole caldo delle Hawaii non intiepidisce neanche un po’, ma che il cinema evocativo di Payne illumina in una rinnovata dimensione di responsabilità etica, personale e familiare insieme.
Paradiso amaro [The Descendants, USA 2011] REGIA Alexander Payne.
CAST George Clooney, Shailene Woodley, Robert Forster, Judy Greer, Nick Krause.
SCENEGGIATURA Alexander Payne, Nat Faxon, Jim Rash (tratta dal romanzo Eredi di un mondo sbagliato di Kaui Hart Hemmings). FOTOGRAFIA Phedon Papamichael. MONTAGGIO Kevin Tent.
Commedia/Drammatico, durata 115 minuti.
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