SPECIALE BUON COMPLEANNO MEL BROOKS
“Quanto è grosso il tuo casco!”
Mel Brooks, il re della parodia, ci regala nel 1987 Balle spaziali, presa in giro della saga fantascientifica più amata di sempre: Guerre stellari. Che l’invenzione di George Lucas sia oggetto di culto lo sappiamo da molto tempo, basta pensare ai numerosi video caricati su YouTube ad essa dedicati: parodie, rimontaggi, remixaggi, brevi clip d’animazione, attraverso cui i fan hanno potuto esprimere la loro passione nell’era della partecipazione.
Il film di Brooks rappresenta uno dei primi tentativi di parodia della celebre saga anche se spazia tra altri titoli fantascientifici: Alien (1979) di Ridley Scott e Il pianeta delle scimmie (1968) di Franklin J. Schaffner su tutti. Siamo, come recita la scritta introduttiva, fuori dal tempo in una galassia molto, molto, molto, molto lontana in cui il potente Presidente Scrocco – lo stesso Brooks – pianifica il furto dell’aria gravitante attorno al pianeta Druidia per rifornire il suo, Spaceball, rimasto ormai senza. In quest’impresa è aiutato dal temibile Lord Casco il quale tenta di rapire la principessa Vespa, abitante di Druidia. Toccherà a Stella Solitaria e al fido Rutto salvare la situazione, ancor più sicuri di se stessi dopo l’incontro con il saggio Yogurt (i nomi sono quelli della versione italiana). La trama ricalca a grandi linee quella del primo Guerre stellari (1977) di Lucas e, trattandosi comunque di una parodia, presenta molte incongruenze e illogicità. Ma questo non importa perché, come ben sappiamo, ciò che conta veramente sono le geniali trovate a cui Mel Brooks ci ha abituato. In Balle spaziali, tuttavia, non sempre sono all’altezza dei suoi film migliori risultando spesso banali se non addirittura patetiche. E gli stessi personaggi non sono perfettamente riusciti. Le dovute eccezioni comunque non mancano: ricordiamo il canuomo Rutto – salvato più che altro grazie all’indimenticabile John Candy – e l’esile Lord Casco di Rick Moranis che fa il verso al possente Darth Vader, il cui enorme casco è l’unico simbolo (fallico) della sua “grandiosa” potenza. E c’è spazio pure per il metacinema: in più momenti si assiste allo svelamento del dispositivo cinematografico – non è da stupirsi dato che si tratta di una parodia – e addirittura gli stessi malefici personaggi riavvolgono la “videocassetta istantanea” del film per scoprire dove si nascondono i fuggiaschi, soluzione narrativa metalettica possibile solo nel cinema di Mel Brooks. In ogni caso, Balle spaziali risulta ancora oggi un film godibile e divertente anche se non all’altezza degli esiti migliori del regista, Mezzogiorno e mezzo di fuoco (1974) e Frankenstein Junior (1974) su tutti.
Balle spaziali [Spaceballs, USA 1987] REGIA Mel Brooks.
CAST Mel Brooks, Rick Moranis, Bill Pullman, Daphne Zuniga, John Candy.
SCENEGGIATURA Mel Brooks, Thomas Meehan, Ronny Graham. FOTOGRAFIA Nick McLean. MUSICHE John Morris.
Parodia/Fantascienza, durata 96 minuti.