SPECIALE JOHN BELUSHI
Sorvolando il Canyon con sigaro e Coca Cola
Accade di ricordarsi della carriera di un regista come fosse solo un lungo percorso rettilineo in ascesa, in particolare se questo è divenuto nel tempo quasi un’istituzione e garanzia sia economica che qualitativa. È il caso di Steven Spielberg.
Capita quindi non di dimenticare, ma di ridimensionare i tentennamenti e gli errori, magari anche i flop nelle loro reali proporzioni, e di conseguenza anche i rischi percorsi. Ci si sofferma troppo poco su 1941 – Allarme a Hollywood, pellicola che a suo tempo mise in serio pericolo la carriera di Spielberg, almeno per come la conosciamo oggi. Flop al botteghino in patria e critica diffidente che l’additò come opera antipatriottica. Purtroppo proprio per questi motivi il ricordo di 1941 è in gran parte minato, quasi come una pellicola di mezzo in una filmografia sterminata di successi, realizzato tra Incontri ravvicinati del terzo tipo e I predatori dell’arca perduta. Un gran peccato perché le qualità del film oggi sono immutate: rimane una delle più brillanti parodie sull’eccessivo isterismo bellico che colpì gli USA all’indomani di Pearl Harbor, attraverso una satira che sintetizza lo sberleffo antimilitarista con una comicità in gran parte anarchica e distruttiva. Proprio questa sua caratteristica e il fatto di essere una pellicola di mezzo in realtà hanno fatto in modo che non venisse del tutto dimenticata, o meglio non inglobata nell’opinione generale e ufficiosamente alla filmografia di Spielberg, e che si creasse comunque sottotraccia una nicchia. Una nicchia che oggi come all’epoca guarda a 1941 come ad un film identificato dai volti di due dei maggiori rappresentanti di quel tipo di comicità, Dan Aykroyd e soprattutto John Belushi (nonostante questi due occupino uno spazio relativo, data la natura corale del film). È proprio il Wild Bill Kelso di Belushi a rimanere il personaggio più indelebile e rappresentativo, con il suo faccione fumettoso di chi ingurgita Coca Cola mentre sorvola il Grand Canyon con ancora in bocca un sigaro. È il suo volto in questo caso a divenire emblema, prima ancora del personaggio, di un certo tipo di atmosfera generale, buffonesca senza dubbio ma anche di una comicità goliardica e distruttiva. Con il senno di poi la scelta di un attore che rimarrà connotato a quella vena comica indissolubilmente è risultata azzeccata, anche più di quanto non lo fosse all’epoca. A volte si dice che un attore fa il film: 1941 non è il caso più esemplare per affermarlo, ma di certo l’interprete lo identifica riuscendo a far sopravvivere 1941 nell’imponente filmografia del suo autore.
1941 – Allarme a Hollywood [1941, USA 1979] REGIA Steven Spielberg.
CAST John Belushi, Dan Aykroyd, Christopher Lee, Nancy Allen.
SCENEGGIATURA Robert Zemeckis, Bob Gale. FOTOGRAFIA William A. Fraker. MUSICHE John Williams.
Commedia, durata 118 minuti.