SPECIALE TARDA PRIMAVERA (E ALL’IMPROVVISO SEI VECCHISSIMO)
Un appartamento di Roma come tanti altri
Gli ultimi due anni hanno visto passare al cinema un alto numero di film che trattano il tema della senilità. La gran parte di essi si somiglia nell’incipit: un personaggio anziano vive una “tarda primavera” quando parte per un’avventura da giovani, solitamente un lungo viaggio alla ricerca di qualcosa di futile ma importante da un punto di vista esistenziale (il modello rimane sempre Una storia vera).
Il film di Gianni Di Gregorio ha preceduto di diversi anni il filone di film sopra descritto ma lo aveva già superato evitando il (perfetto ma abusato) modello lynchiano. In Pranzo di Ferragosto troviamo quattro signore dal carattere forte, recluse in casa ma felici perché poco amanti del cambiamento. Non c’è spazio per le crisi, le fughe o i pianti isterici ai quali ci hanno abituato tanti film d’oltre oceano. Le donne italiane hanno un carattere troppo pragmatico per fermarsi a riflettere sulla morte e preferiscono cucinare la lasagna o giocare a carte, da sole o in compagnia, guardando un po’ di televisione. Pranzo di Ferragosto è un film leggero e pieno di ironia, che lascia poco spazio al dramma. Funziona perché è rappresentativo del carattere italiano, della nostra cucina e perché è quasi tutto girato in un appartamento antiquato che potrebbe essere quello dei nostri nonni. È un prodotto poco esportabile e ci piace per questo. Gianni è sommerso dai debiti ma sopravvive senza disperarsi e accetta di buon grado la proposta del suo amministratore di condominio: ospitare l‘anziana madre per la notte e per il successivo pranzo di Ferragosto. In cambio sarà estinta parte dei suoi debiti di spese condominiali. Gianni si consulta con sua madre e decide di accettare ma l’amministratore non sta ai patti e si presenta con una seconda signora, sua zia, anch’essa bisognosa di essere ospitata per la notte. Una terza signora arriva quando un amico dottore chiede a Gianni di ospitare sua madre per non lasciarla sola durante il turno di notte. Il nostro eroe si ritrova, quindi, alle prese con quattro signore cui badare, tre in più del solito, ma con un bel gruzzolo in tasca. Abituato a fare da badante, Gianni si rimbocca le maniche e affronta le quattro vecchiette col sorriso stampato sulla faccia, destreggiandosi tra diete, pillole e lotte per conquistare il televisore. Le quattro signore sono capricciose ma anche dolci e oppongono poca resistenza quando lo stressatissimo Gianni impone la propria autorità. Sono molto distanti dai personaggi iperbolici del cinema di genere, anche perché sono interpretate da attrici non professioniste e hanno, quindi, una certa spontaneità di carattere che diviene presto la forza del film.
Pranzo di Ferragosto [Italia 2008] REGIA Gianni Di Gregorio.
CAST Gianni Di Gregorio, Valeria De Francis, Maria Calì, Grazia Cesarini Sforza.
SCENEGGIATURA Gianni Di Gregorio. FOTOGRAFIA Gian Enrico Bianchi. MUSICHE Ratchev & Carratello.
Commedia/Drammatico durata 75 minuti.