VENEZIA CLASSICI
Una crescente alienazione
Quant’aria può contenere un pallone? Questa è la domanda che si pone l’imprenditore Mario quando, verso Natale, una ditta gli vende una serie di palloncini gonfiabili. Prima scettico sull’acquisto, il protagonista sarà successivamente sempre più ossessionato dagli oggetti e dal proprio quesito, tanto da trascurare la futura moglie e da tormentare con i suoi dubbi dei conoscenti che non vogliono ascoltarlo.
Autore spesso interessato alla condizione dell’essere umano al tempo del capitalismo, Marco Ferreri con Break Up – L’uomo dei cinque palloni firma un’opera che tramite una storia breve e minimale restituisce allo spettatore una metafora originale e caustica sull’alienazione dell’uomo nella società contemporanea. Il protagonista, con la sua domanda palesemente superflua, è l’incarnazione di un’umanità sempre più distante dal proprio mondo, che si astrae gradualmente dalla realtà, come dimostra per esempio il progressivo allontanamento del personaggio da coloro che lo circondano. Un’alienazione che non è però soltanto astratta e metafisica, ma che proviene piuttosto dalla contemporaneità e dalla società capitalista: il dubbio di Mario nasce indirettamente dal mito dell’efficienza e dell’industrializzazione, come sottolineano il suo lavoro di imprenditore, alcuni dialoghi con la fidanzata e la sequenza della fabbrica. Il tutto esplicato tramite una narrazione assolutamente essenziale, che anticipa quella ancora più sfumata del successivo Dillinger è morto. La pellicola è composta da pochi eventi eclatanti, in quanto impegnata a seguire la giornata complessivamente oziosa di Mario, tra le liti con i domestici, le conversazioni un po’ annoiate con la futura moglie e gli occasionali incontri con gli amici. Un racconto esile dall’andamento lento utile a evidenziare con maggiore efficacia la crescente ossessione del protagonista, condizione che si fa palese, nei suoi tratti allucinatori, nell’episodio del locale (girato metà a colori e metà in bianco e nero), che con il suo delirio onirico e surreale raffigura l’alienazione al centro dell’opera. Un ritmo narrativo che evidentemente non piacque al produttore Carlo Ponti, che nel 1965 tagliò la pellicola riducendone nettamente la durata per farne un mediometraggio da inserire nel film a episodi Oggi, domani, dopodomani: un’operazione che non ridusse però soltanto i minuti dell’opera, ma anche buona parte della sua incisività. Fortunatamente, quattordici anni dopo il regista riuscì a distribuire la pellicola nella sua versione completa, aggiungendo inoltre le scene a colori prima citate. Il film originale è stato restaurato e inserito nella sezione “Venezia Classici” della 73. Mostra del Cinema: un atto necessario per recuperare un’opera pregnante e significativa.
Break Up – L’uomo dei cinque palloni [id., Italia/Francia 1965] REGIA Marco Ferreri.
CAST Marcello Mastroianni, Catherine Spaak, Ugo Tognazzi, William Berger, Ennio Balbo.
SCENEGGIATURA Marco Ferreri, Rafael Azcona. FOTOGRAFIA Aldo Tonti. MUSICHE Teo Usuelli.
Grottesco/Commedia, durata 85 minuti.