“Africa addio di Gualtiero Jacopetti e Franco Prosperi è un ignobile film razzista, che tuttavia merita di essere analizzato e discusso per il grado di pericolosità sociale contenuto nella sua ideologia, nel suo successo commerciale e nei suoi procedimenti mistificatori”. Si esordiva così, sul numero 57 di Cinema 60, in un articolo dedicato al dibattito sul film svoltosi presso la biblioteca del cinema “Umberto Barbaro” a Roma.
Era il 1966, cinquant’anni fa (e come è normale che sia) i cosiddetti Mondo Movie suscitavano scandali e producevano accesissime discussioni. Oggi, invece, è possibile guardare a quel genere (possibile definirlo tale? Di solito i generi sopravvivono al passare del tempo, questo, invece, pare definitivamente morto – anche se il caso non è così semplice da archiviare) con un occhio meno istintivo, cercando di contestualizzare con più precisione tutto quanto il filone. È un’impresa per niente facile, a dire il vero. Ma qualcuno ha avuto l’ardire di provarci: è uscito infatti un paio di mesi fa, per Mimesis Edizioni, Jacopetti Files. Biografia di un genere cinematografico italiano di Fabrizio Fogliato e Fabio Francione, un testo assolutamente non scontato che cerca appunto di ricostruire il profilo di un fenomeno di culto, dalla sua nascita (nel 1962 con Mondo cane) fino alla sua – come dicevamo, più o meno – presunta morte (nel 1984, anno dell’uscita di Wild Beasts – Belve feroci). Sì, è vero, non è cosa semplice capire quando qualcosa finisce, soprattutto quando si ha a che fare con una qualsiasi branca della storia della cultura, ma Fogliato e Francione decidono saggiamente – evitando così di disperdere e far disperdere troppo l’attenzione – di stringere il cerchio attorno ai protagonisti principali di quella stagione (Jacopetti, Prosperi, Cavara, Nievo, Climati, Morra, i fratelli Castiglioni), riproponendo un sacco di materiale edito e inedito: interviste, testimonianze, sondaggi critici e recensioni. Ciò che ne viene fuori è un’opera strana ma interessantissima, perché forse meglio di qualsiasi percorso filologico ci catapulta, attraverso ogni suo capitolo, nella dimensione più empirica dell’epoca di uscita di ciascun film, facendo cortocircuitare i vari interventi e permettendoci di poter udire in lontananza il boato che molte di queste pellicole riuscirono ogni volta a far deflagrare nell’Italia di quegli anni. Ma il libro di Fogliato e Francione non è stimolante solo per questa sua caratteristica: è importante – credo – capire infatti quanto i Mondo Movie siano effettivamente uno degli oggetti più attuali dell’intera storia del cinema. Scriveva Franco Prosperi che “quando guardiamo la televisione noi usiamo – molti usano fare – lo zapping […] perché si annoiano. In Mondo cane anticipammo questa tecnica”. Sostituiamo “televisione” con “web” e il gioco è fatto (e riattualizzato). La noia, appunto. E allora questo libro diviene incredibilmente prezioso e leggerlo, riflettendo magari sul montaggio delle immagini dei film raccontati al suo interno, diventa un dovere. Per proteggerci e proteggere il film del mondo che verrà.