Questo è sicuramente un editoriale che farà arrabbiare qualcuno, ma la natura del soggetto stimola il dibattito: la notte del 7 gennaio sono stati consegnati i Golden Globe e hanno rispecchiato nuovamente l’ipocrisia del popolo americano.
Certo, i Globe sono i premi che la stampa estera iscritta al HFPA consegna ogni anno, ma sono “suggeriti” dal clima Usa. Questa edizione è stata caratterizzata dal #allinblack contro le molestie nei confronti delle donne, una causa sacrosanta e mai da dimenticare, ma come sempre succede oltreoceano dietro l’angolo si nasconde il risvolto della medaglia. Come gli Oscar 2016 dove si polemizzava sulla scarsa presenza di attori afroamericani e l’anno successivo Moonlight vinse sbaragliando la concorrenza, i Globe di quest’anno hanno vinto trionfare molte donne. Premettendo che non si sta criticando la qualità artistica di film o attori, il sospetto che sia una “ricompensa”alla luce del caso Weinstein e simili aleggia nell’aria. Un’ipocrisia non nuova al popolo americano, che risarcisce le sue vittime con una pacca sulla spalla e il giorno dopo dimentica tutto. Lo fa anche con James Franco che racchiude ancora di più un controsenso allarmante: vinto il premio come Miglior Attore in una commedia o musical per The Disaster Artist, pellicola che racconta la vera genesi di un film di serie Z, sale sul palco con il protagonista del film parodiato e non appena lui cerca di parlare Franco lo scansa dal microfono in malo modo. Hollywood vince sempre sui deboli e ti illude di supportarti. Ma lo spazio è poco e tutto ciò meriterebbe un ulteriore approfondimento. Veniamo ai premi: chissà se saranno l’anticamera dei prossimi Oscar, ma gioiamo per la vittoria dei mostri sacri Gary Oldman per L’ora più buia, Frances McDormand e Sam Rockwell per Tre manifesti a Ebbing, del già nominato Franco, e per la regia di Guillermo del Toro con La forma dell’acqua (entrambi questi due ultimi film qui citati erano in concorso a Venezia, segno che il “nostro” festival batte nuovamente Cannes). Lodi anche a Lady Bird e alla sua regista Greta Gerwig, artista totale finalmente riconosciuta come tale, e all’apparentemente semplice Coco. Un cinema che lotta, grida la rivalsa dell’uomo comune, si incazza per l’ingiustizia del nostro oggi. E così fa anche la serialità televisiva e lo prova con i 4 riconoscimenti al bel dramma Big Little Lies e i 2 per The Handmaid’s Tale e The Marvelous Mrs. Maisel, storie di donne coraggiose superiori perché combattono la sofferenza della quotidianità vincendo e non hanno bisogno di red carpet per essere affermate. Uno spaccato che meglio di tanti hashtag o commenti superflui è stato riassunto dal discorso energico e “presidenziale” della colossale Oprah Winfrey. Chapeau!
*Notizia di martedì 9 gennaio: anche James Franco è stato accusato di molestie…