SPECIALE HORROR POLITICO
Le contraddizioni di un’epoca, in una sola nottata
Titolo di culto ed emblema del New Horror, con la sua carica sovversiva e politica, La notte dei morti viventi di George A. Romero segna un punto di non ritorno per il genere a cui appartiene. Realizzato da un gruppo di amici con poco più di centomila dollari, stupì fin da subito il pubblico e la critica europea per la sua carica rivoluzionaria.
La vicenda è nota a tutti, tant’è che viene unanimemente considerato il film di zombi per eccellenza, quello che traghettò la figura orrorifica del morto vivente legata al folklore haitiano nella modernità, caricandola di metafore politiche e sociali. Poco importa se nel film gli zombi sono tornati in “vita” a causa di radiazioni provenienti da una navicella spaziale – pretesto poco plausibile e del tutto insignificante –, ciò che colpisce è la rappresentazione dei morti viventi affamati di carne umana che attaccano una casa isolata nel bosco – luogo classico dell’horror per antonomasia – in cui trovano riparo alcuni sopravvissuti. Gli zombi altro non sono che una metafora della società di massa: per quanto letali in gruppo, sono lenti e inebetiti, quasi ipnotizzati, esattamente come gli esseri umani nell’era contemporanea, sempre più alienati dalla realtà in cui vivono e accecati dal consumismo. L’uomo è ormai sedotto da qualsiasi cosa gli si ponga davanti esattamente come lo zombi divora qualsiasi pezzo di carne gli arrivi a portata di bocca. Questa metafora verrà portata alle estreme conseguenze nel successivo Zombi (1978), sempre di Romero. Ma La notte dei morti viventi colpisce anche per la raffigurazione del piccolo gruppo di umani asserragliati all’interno della casa. Impossibile non vederci l’eterna autodistruzione insita nell’uomo: anziché far fronte comune contro il pericolo prevalgono le divisioni interne, la brama di potere, l’egoismo e l’individualismo. Alla fine gli zombi avranno la meglio ma solo perché il gruppo si distrugge da solo. Quei sette personaggi rappresentano la società americana dell’epoca con tutte le sue contraddizioni e inquietudini, tutt’ora irrisolte. Basti solo la disintegrazione della famiglia tradizionale evidente nella sequenza in cui la bambina, infettata dai morti viventi, divora il padre e la madre. I riferimenti al Vietnam, al razzismo e al libero possesso di armi pervadono il film, per quanto non sempre inseriti consapevolmente all’atto della realizzazione, mentre il finale rappresenta un vero e proprio pugno nello stomaco dello spettatore. La domanda sorge spontanea: chi sono i veri mostri? Gli zombi o la gente “normale”?
La notte dei morti viventi [Night of the Living Dead, USA 1968] REGIA George A. Romero.
CAST Duane Jones, Judith O’Dea, Karl Hardman, Marilyn Eastman, Keith Wayne.
SCENEGGIATURA John A. Russo, George A. Romero. FOTOGRAFIA George A. Romero, Joseph Unitas. MONTAGGIO George A. Romero, John A. Russo.
Horror, durata 96 minuti.