SPECIALE PRODUZIONI DIFFICILI
“Every night I burn”
Per noi under 35 Il corvo di Alex Proyas è e rimarrà un cult per tanti fattori, tra cui anche la morte di Brandon Lee, spunto per parlarne in questo speciale: una morte che ha ancora molti lati oscuri ma che ha contribuito a rendere immortale questa pellicola.
Premetto che il giudizio critico sarà viziato dall’età, appunto, di chi scrive, dato che questo film è stato un tassello formativo adolescenziale: la colonna sonora da urlo, le citazioni, la vendetta come rappresentazione di un ideale. Ironia della sorte, la trama del film è incentrata sul ritorno dal mondo dei morti di una rockstar per vendicarsi della propria morte e di quella della sua dolce metà, così come Lee è riportato in vita grazie alla tecnologia. Il corvo non diventò una pellicola maledetta ma anzi “grazie” a quel proiettile che ammazzò il suo protagonista incassò più di 170 milioni di dollari in tutto il mondo. Ma solo per la tragedia o c’è dell’altro? Dispiace aver perso il talento di Brandon Lee che stava cercando di smarcarsi dal cognome ingombrante e dalla relativa ottusa ovvietà di ricalcare le gesta paterne; la sua performance, studiata sull’iconografia dark dell’omonimo fumetto di James O’Barr, faceva ben sperare per il futuro. Proyas si scatena con una regia adrenalinica e rock sfruttando al meglio i lineamenti oscuri e “incendiati” della notte dei bassifondi, grazie ai toni tragici della vicenda in cui il climax si raggiunge con il salvifico massacro finale. Un plot, moralista per alcuni detrattori, in cui si cerca di portare sulla retta via un mondo di reietti, tossicomani cinici e disillusi, ma invece figlio di un periodo storico cinematografico e artistico ben preciso. Da Trainspotting, libro e film, a Paura e delirio a Las Vegas si cercava di fare i conti con il dilagante orrore della droga e dei suoi effetti, con una lucidità che oggi fatichiamo a vedere. Se la commedia amplificava le percezioni e le fatalità dello sballo, un dramma come questo poteva far comprendere a tutti cosa bisognava combattere: non tanto l’evitare certe situazioni quanto conoscerle, anche provandole, per rendersi conto che dal male si può guarire. Vendicarsi attraverso la violenza diventa l’unico modo per combattere il male, un bello schiaffo in faccia per risvegliare le coscienze. Oggi tutto questo apparirebbe datato, visto che si è perso quello spirito rock di autodistruzione, ma “con la testa”, tipico del cinema anni Novanta. Gli slogan e le citazioni dei giovani adesso sono suggeriti da miti fondati sul successo e sulla notorietà celere, e se i morti ritornano lo fanno solo per innamorarsi o per spaventare. Una volta amavano a prescindere.
Il corvo – The Crow [The Crow, USA 1994] REGIA Alex Proyas.
CAST Brandon Lee, Ernie Hudson, Michael Wincott, David Patrick Kelly, Angel David, Rochelle Davis.
SCENEGGIATURA David J. Schow, John Shirley. FOTOGRAFIA Dariusz Wolski. MUSICHE Graeme Revell.
Drammatico, durata 102 minuti.