La donna che amava (forse) gli uomini
I 90 anni di François Truffaut, uno dei più grandi e amati registi di ogni epoca, sono stati celebrati in molti modi, a partire dalla ristampa di Il cinema di Truffaut, saggio di Paola Malanga che resta oggi uno dei più bei libri sul regista in lingua italiana. Noi decidiamo di ricordarlo attraverso uno dei suoi film meno amati che compie 50 anni e che, nonostante sia stato messo ai margini della filmografia del regista, merita attenzione, se non rivalutazione.
Mica scema la ragazza! arriva dopo Le due inglesi (1971), uno dei più grandi fallimenti di Truffaut ma, negli anni, tra i più riconsiderati. La stessa sorte non capitò al film del ’72, tratto da un romanzo di Henry Farrell che consolida l’amore per il noir e la letteratura Pulp di Truffaut.
Il film, infatti, comincia proprio come un racconto crime, a flashback incastrati: un libro che non è più in vendita, un ricordo che mostra il suo scrittore alle prese con Camille, la detenuta che ha intervistato per scrivere il libro, la quale racconta con vari salti all’indietro la vita che l’ha condotta in carcere. Ovviamente però la sceneggiatura di Truffaut e Jean-Loup Labadie non lesina in ulteriori sorprese e deviazioni, perché dopo le accuse di lentezza al film precedente, il regista ci tiene a fare un film scanzonato, veloce, brillantissimo, in cui il nero del romanzo diventasse commedia, la tragedia si ribaltasse in risata.
A permettere questo ribaltamento c’è la figura di Camille e la strepitosa interpretazione di Bernadette Lafont, che incarna una Moll Flanders al tempo della liberazione dei costumi, un personaggio che rappresenta il principale motivo di interesse di un film del genere oggi: Camille è, come le eroine dei romanzi del ‘700, una donna che deve reagire a sfortune e disgrazie per riprendere in mano la sua vita e non farsi dominare dal destino e dagli uomini, ma essendo anche figlia del noir, e quindi di fondo una dark lady, sa perfettamente come destreggiarsi, come manipolare il desiderio altrui e appagare il proprio. Questo personaggio fa da prisma a una società maschile che il film ritrae con un certo sarcasmo, a prescindere da censo e provenienza sociale.
Mica scema la ragazza! è un film minore di certo per la statura dei film del regista, forse persino trascurabile, eppure la vitalità espressa dal personaggio femminile, il lavoro fatto sul linguaggio e il gergo, le parole e il contrasto con le immagini ne fanno un film ancora oggi apprezzabile. Soprattutto rendono merito alla capacità di Truffaut di cogliere i tempi e il loro spirito con grande leggerezza e lucidità, di sfumare le figure raccontate nell’ambiguità: un uomo che ha sempre amato le donne alle prese con una donna costretta a usare (e magari a odiare) gli uomini.