La vera avventura è crescere
Mia è una ragazza inglese di undici anni che vive con la famiglia in Sudafrica dove i genitori, il burbero John e l’amorevole Alice, possiedono un allevamento di leoni. Sola e spaesata, Mia ritrova ben presto la serenità grazie a Charlie, un cucciolo di leone bianco con cui stringe un legame speciale. Tre anni dopo, ormai adulto, Charlie è però fonte di problemi e costringe John prima a chiuderlo in un recinto poi a venderlo al miglior offerente: un’agenzia di safari per cacciatori di trofei. Mia farà di tutto per salvarlo; per lei e Charlie sarà l’inizio di un grande viaggio.
L’idea di Mia e il Leone Bianco è venuta a Gilles de Maistre (Killer Kid, Il primo respiro) mentre stava lavorando a un progetto televisivo sull’amicizia che si crea tra i bambini e gli animali selvatici. Propose così l’idea allo zoologo Kevin Richardson (noto come “Lion Whisperer”) il quale gli spiegò che l’unico modo per rendere autentica la dinamica bambino/leone sarebbe stato di farli crescere assieme.
Scelta Daniah De Villiers su oltre trecento bambini provinati, nei successivi tre anni (maggio 2015/dicembre 2017), de Maistre e Richardson ne hanno seguito la crescita filmica alla maniera di Boyhood in modo da dare tempo e sostanza al legame di amicizia e fiducia tra la De Villiers e il cucciolo di leone bianco Thor. Nonostante de Maistre lo abbia sempre definito un’opera di finzione, il taglio registico caratterizzato da una costruzione d’immagine senza filtri dal piglio caustico e realistico, finisce con l’avvicinare Mia e il leone bianco più alla narrazione documentaristica che non alla più tipica e canonica fiction. Per un’opera che, sullo sfondo di una savana calda, accogliente, e selvatica, si svela allo spettatore come esotico coming-of-age che nel raccontare dell’amicizia speciale di Mia e Charlie attraverso piccoli momenti di vita da cui trasudano amore e tenerezza, diventa scoperta del mondo e di sé stessi nel superamento dei confini di una famiglia dal passato nebuloso e dagli equilibri delicati: iperprotettiva e poco incline alla fiducia verso l’altro.
In tal senso, se la giovane De Villiers si distingue per tenacia recitativa e intensità emotiva, è impossibile non sottolineare la prova attoriale di una Mélanie Laurent (Beginners, Now You See Me) sempre preziosa, resa da de Maistre madre amorevole ma caotica, combattuta tra il lasciar spazio ai propri figli e il volerli proteggere dall’ostile paesaggio sudafricano. Con i suoi 34 milioni e mezzo di dollari worldwide, Mia e il Leone Bianco è stato il film francese più visto e di maggior successo del 2019. Un gran colpo per StudioCanal e M6 Films, ma soprattutto per de Maistre il cui cinema di nicchia da sempre poco abituato alla luce dai riflettori e al calore del grande pubblico, ha trovato in Mia e il Leone Bianco un interessante e sorprendente colpo di coda artistico.
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