Senza prendersi troppo sul serio
Ci sono dei film a cui affibbiano subito un’etichetta e risultano poi pretenziosi o sbagliati a prescindere: ultimamente è successo a Glass Onion, secondo capitolo della serie Knives Out, uscito, dopo poche copie in sala, direttamente su Netflix durante le feste natalizie ma non accolto con grande entusiasmo.
In realtà, il film di Ryan Johnson è un prodotto di genere che si rivolge a un pubblico eterogeneo con ironia e mestiere senza prendersi troppo sul serio, ma riuscendo nel suo intento di essere cinema di puro intrattenimento.
La nuova indagine del detective Benoit Blanc, interpretato gigionatamene da Daniel Craig, lo vede catapultato in un’isola greca, in piena pandemia da Covid-19, durante un weekend organizzato da uno degli uomini più ricchi del pianeta per un gruppo di intimi amici. L’occasione sarà la scintilla per far riemergere vecchi rancori, attriti e minacce… fino all’inevitabile delitto. Glass Onion – Knives Out è più una commedia che un giallo, ma al suo interno contiene tutti gli archetipi del caso a partire dal classico detective ingegnoso e saggio che deve districarsi tra stratagemmi ben congegnati e personaggi ambigui e misteriosi. Con spirito sarcastico e beffardo, Johnson mette in scena una riflessione – non troppo approfondita e senza boria – sull’ingiustizia sociale con una velata critica nei confronti dei privilegiati che durante l’isolamento e il distanziamento sociale richiesti dalla pandemia hanno potuto invece vivere come volevano. Il regista statunitense si sbizzarrisce nel delineare figure stereotipate di individui menefreghisti e frivoli. Un’élite di amici provenienti da mondi diversi e atipici con mire fin troppo ambiziose: la politica rampante, lo scienziato geniale, l’ex modella ora stilista, l’influencer maschilista. Tutti falsi, egoisti e riprovevoli perché sottomessi al Dio denaro e avidamente “attaccati alle tette” dell’amico ricco. Edward Norton e compagni tengono bene i tempi della commedia ma, attori a parte, c’è una regia fresca e misurata che, tra rimandi e citazioni, gioca con lo spettatore e il suo punto di vista soprattutto nella risoluzione del caso (come avveniva ne La signora in giallo), un omaggio al famoso gioco Cluedo più volte citato da Blanc come una cosa stupida a cui lui non sa giocare.
Tutto sommato, ci si diverte in questa che potrebbe essere una nuova formula di cinepanettone d’oltreoceano con tanto di meta esotica, camei eccellenti (Hugh Grant, Ethan Hawke, Yo-Yo, Serena Williams), personaggi sui generis e colonna sonora pop. Un gioco attraente che con la scusa della commedia mainstream si permette il lusso di lanciare qualche colpo di balestra. Per palati semplici ma anche per cinefili che non si vergognano di vedere un po’ tutto quello che passa il convento in questi anni audiovisivi bulimici. Forse è arrivato il momento di rivedere i nostri canoni e capire cosa abbiamo difronte con più modestia, un discorso che merita un approfondimento.