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42° Premio Sergio Amidei

martedì 18 Luglio, 2023 | di Emanuele Rauco
42° Premio Sergio Amidei
Premio Sergio Amidei
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Dal 20 al 26 luglio, Gorizia ospita il 42° Premio Sergio Amidei storico festival dedicato alla sceneggiatura e ai migliori film europei dell’anno che cerca gli sguardi indipendenti e tangenziali per riscoprire un passato a volte nascosto

Premio Amidei, ode all’indipendenza, ieri oggi e domani

Composito e sfaccettato come pochi altri festival italiani, ma senza l’impressione della genericità: giunto alla 42^ edizione, il Premio Sergio Amidei (Gorizia, 20-26 luglio 2023) è una delle istituzioni cinefile più lucide e interessanti, capace di strutturare un programma in più strati che si amalgamano e si arricchiscono l’un l’altro. 

Tema sotterraneo di questa edizione 2023 è l’indipendenza produttiva, realizzativa ed economica, la capacità di operare ai margini del sistema o completamente al di fuori per esaltare la forza estetica, concettuale e –  perché no – politica delle opere. 

42° Premio Sergio Amidei

Certo ci sono alcune sezioni dirette all’esaltazione di questo cinema alternativo e sperimentale, sia del presente – con gli Sguardi Indipendenti dedicati a Walter Fasano (grande montatore, specie per Guadagnino, ma anche regista da scoprire), l’Agorà che vede protagonisti il bielorusso Hleb Papou e lo sloveno Erik Valenčič o la sezione Damsiana, rivolta ai film universitari – sia del passato, con la riscoperta del cinema delle cooperative, con film di Lizzani, Taviani e Del Monte, ma anche il concorso vero e proprio che getta il suo sguardo al concetto trasversale d’indipendenza. Il Premio internazionale alla miglior sceneggiatura vede infatti gareggiare alcuni tra i migliori film italiani ed europei, certo non esterni al circuito tradizionale, ma spesso posti esteticamente e politicamente al confine con il cinema meno commerciale: As bestas, film con cui è esploso il tesissimo talento dello spagnolo Rodrigo Soeogoyen; Forever Young, ricognizione autobiografica della gioventù della regista Valeria Bruni Tedeschi durante la scuola di recitazione; L’innocente, spassoso film di rapina di Louis Garrel, attore e regista familiarmente abituato a dimensioni produttive ridotte; Le otto montagne, che dopo il David di Donatello e il premio della giuria a Cannes cerca la conquista della vetta dell’Amidei; Il signore delle formiche, uno dei migliori film di Gianni Amelio, forse il migliore del nuovo secolo; La stranezza, ossia il curioso esperimento con cui Roberto Andò ha mescolato felicemente Pirandello, Ficarra & Picone e Servillo;  L’ultima notte di Amore, il noir di Andrea Di Stefano che tiene alta l’altrove rabberciata bandiera del cinema di genere nostrano.

A fare da controcanto al concorso, c’è il Premio all’opera d’autore, omaggio che quest’anno è reso al più vitale e giovane dei nostri maestri, Marco Bellocchio, instancabile indagatore della storia italiana e dei pertugi instabili che la collegano al presente, di cui viene proposta una ricca e imperdibile rassegna di titoli, dai primi corti quasi introvabili fino ai recenti Rapito ed Esterno notte

In generale, il cinema del passato, interpretato, selezionato, filtrato da sguardi critici, è una delle colonne solide dell’Amidei, tanto da aver creato una nuova sezione, oltre a quelle presenti: Visti e rivisti, curata da Paolo Mereghetti, prende due temi o nuclei narrativi e mostra come sono stati raccontati ieri e oggi, per esempio, il tema della finta colpevolezza declinato in La moglie bugiarda (1937) o Mon crime (2023) o la crisi finanziaria del 2008 vista in presa diretta da Inside Job (2010) e con il senno del poi da La grande scommessa (2015).

La voglia di dialogo tra cinema di ieri e di oggi innerva tutto il programma, dalla sezione su moda e design anni ’50 agli Eventi speciali, fino a giungere al culmine con il Premio alla cultura cinematografica, assegnato quest’anno a uno dei maggiori studiosi di cinema e immagine, Gianni Canova che come dono porterà con sé tre film che segnano anche tre battaglie vinte dalla cinefilia contro l’oblio della critica istituzionale: Estate violenta di Valerio Zurlini, Per le antiche scale di Mauro Bolognini e Secondo amore di Douglas Sirk. Tre film che, assieme alla figura di Canova, in qualche modo incarnano lo spirito del Premio Amidei: cercare le sponde che legano i poli opposti del cinema, della sua invenzione, creazione e produzione, i poli che mettono insieme film altrimenti impossibili da accostare.

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