L’ultimo inquisitore
Prendete il meglio di Dragon Age: Origins, unite la trama di Dragon Age II e tagliate via quel combat system che lasciava qualcuno con l’amaro in bocca. Non sarete nemmeno a metà del gustoso bocconcino che la BioWare ha sfornato per voi.
Dragon Age: Inquisition, terzo capitolo della saga, è molto più di un semplice sequel. È un banco di prova che la casa canadese ha superato a pienissimi voti, con una ricetta che ha deliziato persino i gamers più schizzinosi. E non temiate di gustarla fredda: se l’uscita risale a sei mesi fa, la nuova espansione ha solo pochi giorni e va ad aggiungere ore di gaudio ad un gioco che lascia già sazi. L’avventura del nuovo capitolo riparte da dove l’avevamo lasciata, con l’eterna lotta tra maghi e templari che ha devastato il continente del Thedas. Un’esplosione misteriosa e un varco aperto sul mondo dell’Oblio non migliorano di certo le cose: il vostro eroe dovrà farsi carico di un lungo percorso per venirne a capo. Davanti a lui si apre un open world imponente quanto suggestivo, con ambientazioni spettacolari, esplorabili liberamente – udite, udite! – su una cavalcatura, grande assente dei precedenti capitoli. Destreggiandovi tra innumerevoli quest, accumulando tesori ed equipaggio, accrescerete risorse e potere della temibile Inquisizione. L’intero mondo è nelle vostre mani e le scelte multiple che affronterete lo plasmeranno a vostro piacimento. Naturalmente ne pagherete lo scotto. Data la mole impressionante di avversari da eliminare, vi converrà dimostrarvi abili nell’acquisire roccaforti e alleati. Sta a voi decidere se con diplomazia o infilzando teste in punta di lancia, dopotutto l’Inquisizione non è nota per la carineria. Ma veniamo ai combattimenti, che tanta polvere hanno sollevato. Torna l’amata schermata tattica che Dragon Age II aveva messo da parte, con tanto di visuale dall’alto per la disposizione strategica del vostro party. Per combattere in prima persona, vi basterà scegliere un personaggio e adottarne il punto di vista, scatenandovi nell’action game e riprendendo fiato quando più vi aggrada. Dunque, solo gioie? Ovviamente no. Basta entrare in un qualunque forum per imbattersi in gente inferocita che si lamenta dei bug di grafica e dei dungeons ripetitivi. I difetti tecnici infatti ci sono, ma largamente compensati da una storia curata e complessa, dalla bellezza degli scenari e da un lavoro straordinario di doppiaggio e sonorizzazione. Tutti ingredienti di prima scelta che vi spingeranno a volerne ancora. Che resta da dirvi? Bon appétit.
Dragon Age: Inquisition [id., 2014] SVILUPPATORE BioWare.
DISTRIBUTORE Electronic Arts.
Gioco di ruolo, durata 100 ore circa.