Un gioco per tutti
I racconti di formazione hanno sempre successo, forse perché il pubblico di riferimento ci si riconosce anche se solo in parte, e riescono ad appassionare: Il gioco dell’oca di Munarini e Ferrero è uno di questi e riassume in poche pagine la potenza della graphic novel.
Jason è un ragazzo come tanti, svogliato e sbruffone, che per dare un senso alle sue passioni e alla sua vita si spaccia per un autore di fumetti, una bravata che lo porterà a fare i conti con la giustizia e la consapevolezza che non è facile diventare “grandi”. Jason è il prototipo di giovane che nel suo percorso di crescita pensa di poter fare quello che vuole, infischiandosene stoltamente delle conseguenze delle sue azioni, un po’ quello che in maniera diversa abbiamo passato tutti. La stupidità con cui si affrontano i problemi tipici di un’età acerba, ricca di stimoli ma anche di delusioni. Un viaggio cui tutti siamo chiamati in causa e che, se non governato al meglio, rischia di compromettere la vita. La penna leggera e allo stesso tempo decisa di Munarini ci aiuta ad affezionarci a Jason senza per forza doverlo giudicare ma seguendone le surreali peripezie con il sorriso. Un suggerimento a spingerci a vivere la vita con più leggerezza e furbizia, ma consapevoli che la giustizia, legale e morale, è sempre dietro l’angolo. I disegni che virano nel grigio di Ferrero ci restituiscono lo spirito “incolore” di Jason, incolore perché ancora da plasmare. Un’avventura universale che può essere apprezzata a ogni età: per ricordare, essere spronati o semplicemente per passare alcuni minuti con un prodotto di alta qualità. Tutti i personaggi hanno un loro spazio ben definito nella vicenda e, forse complice l’esperienza personale dell’autore, i genitori non vengono descritti con taglio “dittatoriale” o demotivante, anzi diventano propositivi e veri coprotagonisti. Non ci si perde in orpelli grafici ma la semplicità del tratto ci rimanda a una verosimiglianza poco patinata e concreta. Chi conosce il mondo del fumetto saprà divertirsi a trovare i vari riferimenti ad esso, soprattutto nelle strutture delle convention e nelle presentazioni promozionali a cui vengono chiamati gli autori, e in alcuni passaggi (i soliloqui di Jason) è velato l’omaggio alle poetiche contemporanee alla Zerocalcare. Nel finale Munarini si perde in una risoluzione sbrigativa e quasi incerta, ma questo non permette di rovinarci il giudizio finale sull’ennesimo gioiellino pubblicato da Tunué. Un onesto capitolo per un ideale personale zibaldone sulle difficoltà dell’adolescenza e della maturità inseguita. Sfogliate le pagine di Il gioco dell’oca famelicamente!
Il gioco dell’oca [Italia 2015]
TESTI Stefano Munarini. DISEGNI Mauro Ferrero.
EDITORE Tunué “Le Ali”, 112 pp, b/n.