Una voglia sopita di libertà
La bugia e come l’abbiamo raccontata è il primo graphic novel di Tommi Parrish, eclettica artista australiana, classe 1989. Un’artista nel senso più sfaccettato del termine perché, oltre a essere una fumettista e un’illustratrice, la sua opera spazia anche tra scultura e pittura. E da buona artista dura e pura qual è, quando le viene domandato per quale motivo disegna nel modo in cui disegna, lei risponde sempre che sente “sbagliato ogni altro modo di farlo”. È da questa idea sentimentale e un po’ emotiva che dovrebbe quindi partire qualsiasi tipo di osservazione nei confronti di La bugia. Quello che Parrish racconta all’interno del libro è un incontro fortuito fra due amici (un ragazzo di nome Tim e una ragazza di nome Cleary) che non si vedono da un po’ di tempo e che iniziano a raccontarsi e a descrivere il mondo nel quale si sentono immersi; questo mondo però è fatto di ellissi, di sfumature impercettibili, di costruzioni psicologiche atte a celare la verità della propria intimità.
È il disegno, dunque, che si prostra alla dittatura delle sensazioni, all’incapacità di rapportarsi sinceramente con l’altro: qualsiasi modo di dire le cose, di comunicare ciò che siamo e ciò che vogliamo, sarebbe evidentemente sbagliato se non si esprimesse attraverso quel ginepraio di menzogne che effettivamente i personaggi si raccontano, per tutta la durata del loro incontro.
Il modo in cui Parrish rappresenta le figure è ambiguo ed emblematico: corpi che hanno teste piccolissime più l’inquadratura diviene lunga, ma che acquisiscono proporzione man mano che il piano si ravvicina. Questo provoca un senso di smarrimento momentaneo, che però ci fa capire una cosa fondamentale: per la fumettista australiana la percezione del reale c’è soprattutto quando il mondo esterno contamina il meno possibile le nostre esistenze, quando cioè la nostra corporalità e la nostra identità si raffrontano solo e unicamente con se stesse e con nient’altro.
Il sovradimensionamento dei corpi si scontra pure con il concetto di genere: la confusione, il mistero, il disfacimento delle categorie sessuali si rendono impercettibili e creano un bisogno effettivo di rincorrere una società più fluida e meno categorica, nei confronti di ciò che deve essere maschile e ciò che deve essere femminile. A rinforzare questa necessità espressiva e formale, Parrish interviene nettamente anche attraverso l’uso del colore: non solo quello che regola gli stati emotivi dei personaggi nella storia principale, ma anche quello che è assente nel bianco e nero dell’inserto/romanzo che Cleary trova in un cespuglio e comincia con interesse a leggere e di conseguenza a far leggere a noi lettori. C’è una voglia sopita di libertà alla base di La bugia, che Parrish sa manipolare e rendere apparentemente inesistente: è la pulsione con cui si inseguono insistentemente le vite degli altri senza sapere in fondo bene il perché.
La bugia e come l’abbiamo raccontata [The Lie and How We Told It, Stati Uniti 2017].
TESTO E DISEGNI Tommi Parrish.
EDITORE Diabolo.
Graphic novel, 128 pagine.