Nel fondo delle cose e del viaggio
Dopo il bellissimo Le variazioni d’Orsay, Manuele Fior torna con una raccolta di brevi, a volte brevissimi racconti a fumetti, di grande intensità, alcuni pubblicati su riviste come Internazionale e quotidiani come La Repubblica e La Stampa, come spiega sinteticamente lo stesso autore, nell’indice del volume, intitolato I giorni della merla.
Storia di Gabriel C. è il più crudo di tutti, su un uomo affetto da gravi problemi mentali, ricoverato nell’ospedale psichiatrico di Ville-Évrard, dopo aver combattuto nella Prima Guerra Mondiale. In Aiuto! l’italiano Davide non riesce più a trovare il figlioletto, smarritosi all’aeroporto di Tempelhof, a Berlino. “Ai tedeschi queste cose non succedono”, si rimprovera Davide. Ci si sposta nella Ischia di fine Ottocento, ne Il pittore, dedicato ai giorni che precedono la realizzazione de L’isola dei morti da parte di Arnold Böcklin. Una narrazione epistolare simile a quella della Cartolina da Oslo, spedita da un’italiana che ha bisogno di allontanarsi da tutto e tutti per “ricominciare a vivere”. Cartolina dal Salento, invece, è il resoconto autobiografico di una vacanza in Puglia, solo in parte turbata dalle notizie di cronaca nera. In Come stiamo è ancora Fior, che attualmente vive a Parigi, a narrare in prima persona, cercando le differenze tra la città prima degli attentati del 13 novembre 2015 e dopo l’attacco terroristico. Non è impresa facile. Forse solo nei contrasti, nelle contraddizioni si può cogliere l’incertezza che sembra il sentimento dominante nella popolazione francese. In Nonna e nipote, ispirato da un’intervista a due immigrati laotiani, gli splendidi disegni in bianco e nero di Fior illustrano, come fotografie d’autore o fotogrammi di un documentario, il percorso di vita dell’anziana N’Guyen e di Antoine. “Di fatto non ci si integra mai”, afferma Antoine, che pure a Parigi ci è nato, a differenza di N’Guyen, che vi si è trasferita da una decina d’anni, dopo aver vissuto a lungo a Taiwan. In Gita di classe, la professoressa Penati, che accompagna svogliatamente una classe in gita nella capitale francese, è una donna che approfitta della temporanea interruzione della routine per rimettere in discussione se stessa, nella città a cui sovente si associano i più triti stereotipi, proprio quelli trasformati da Jean-Pierre Jeunet negli ingredienti principali del fortunatissimo Il favoloso mondo di Amélie. La conclusiva Gare de l’Est è quasi completamente priva di dialoghi ed è una sorta di distopia allegorica e catastrofica, un omaggio agli anime e ai robottoni giapponesi à la Pacific Rim. Per una volta, non sono le metropoli statunitensi il teatro degli scontri tra aggressivi titani, ma è Parigi. E il bateau-mouche si rivela un corpo contundente di grande efficacia. Fantascientifica è anche la storia che dà il titolo al libro. Vi ritroviamo Dora, la protagonista telepatica dell’apprezzato L’intervista e si fa riferimento anche a degli strani avvistamenti nel cielo, fenomeni paranormali analoghi a quelli al centro del succitato graphic novel. Come filo conduttore che unisce i racconti, al di là dell’eterogenea ambientazione spazio-temporale, il rapporto dell’individuo con il luogo in cui vive o in cui si trova momentaneamente, una relazione spesso caratterizzata da spaesamento, solitudine e inquietudine. E se Fior cambia stile, colori, tecniche con grande versatilità, pur rimanendo sempre riconoscibile, resta costante il suo talento nel rappresentare con pochi, fondamentali dettagli una situazione, un sentimento, uno stato mentale, un luogo.
I giorni della merla [Italia 2016] TESTO E DISEGNI Manuele Fior.
EDITORE Coconino Press.
Racconti brevi a fumetti, 105 pagine.