Piccoli eventi crescono (o sperano di crescere)
Nonostante fondi sempre più esigui, burocrazie incomprensibili e difficoltà organizzative di qualsiasi natura, sempre più associazioni culturali lottano – oltre che per una risicata sopravvivenza – per cercare di proporre a un pubblico ghiotto di arte – di gran lunga più numeroso di quanto credono a Montecitorio – eventi in grado di sfamare gli animi più sensibili e i più desiderosi di svago intelligente.
Nel piccolo Friuli, da tre anni l’Associazione Culturale Tinaos propone corsi di teatro e animazione, eventi con istallazioni artistiche e rassegne multimediali e multietniche. Ultima fatica, la serata IN FRAME #0, tenutasi sabato 19 ottobre a Stregna, paesino friulano nelle Valli del Natisone, vicino al confine sloveno, scelta logistica che magari non attirerà troppa gente, ma che permette libertà sonore impossibili in città, fornendo uno splendido sfondo rurale con cui sbizzarrirsi nella disposizione di palchi, installazioni e zone per la visione di cortometraggi (nonché bar). Perché IN FRAME #0 è nato con “con l’intento di presentare il lavoro sull’immagine di diversi artisti e intrecciarlo con le note di giovani gruppi musicali”, niente di più classico, niente di più elaborato, niente di più utile. Così la cascina che ospita l’evento si trasforma in un piccolo centro artistico: mentre piccoli gruppi locali di musica sperimentale (Flum e Uneven) riempiono l’aria di vibrazioni sonore, le arzigogolate installazioni di Elisa Bortolussi e Thea Kuta introducono e circondano lo spazio dominato dalla proiezione del grafico Giuliano Cesco, che disegna live seguendo il ritmo delle note.
Sono però i sei cortometraggi proposti, per lo più di animazione, ad attirare l’attenzione. Non tutti degni di nota, ovviamente, ma almeno tre opere lasciano il segno per la loro originalità ed eccellente realizzazione tecnica: lo splendido Djuma di Michele Bernardi, presentato con successo in un botto di festival in tutto il mondo, che con i suoi colori e le sue musiche immerge lo spettatore in un‘atmosfera magica ed emozionante; l’ermetico Le fobie del Guard Rail di Marco Cappellacci, tutto disegnato a matita, dove gli elementari movimenti dei personaggi sono reiterati fino all’assurdità in un mondo statico in bianco e nero; Anna Givani, già inventore del metodo di animazione live The Bloom Machine (“uno strumento analogico, composto da tre ripiani trasparenti, due rotanti ed uno fisso, sotto ai quali è posta una sorgente luminosa che cambia colore. È possibile animare con figure in silhouette, con piccoli oggetti, o attraverso lucidi colorati e molto altro. Una telecamera permette di riprendere dal vivo tutte le azioni in diretta”), con Origini sperimenta un’animazione basata sullo stop-motion, con l’utilizzo di piani trasparenti e uno studio cromatico bizzarro, di grande effetto.
E’ proprio sui corti d’animazione che l’Associazione Tinaos vuole puntare, e rendere questo IN FRAME, per le prossime edizioni, un festival del cortometraggio, dove poter dare ancor più risalto alle opere di tanti piccoli registi e animatori. La serata di Stregna era solo una prova generale, e nonostante qualche piccolo problema/imprevisto logistico, non possiamo non considerare riuscito l’evento (e l’idea alla sua base). Speriamo, confidiamo, preghiamo che IN FRAME riesca nei suoi progetti futuri. Ne abbiamo bisogno. Tutti.