Eja, eja, ala… PRRRRRRRRR!
È uscito da pochi giorni il quarto e ultimo volume di Quando c’era LVI, serie di Stefano Antonucci (soggetto e disegni), Daniele Fabbri (soggetto e sceneggiatura) e Mario Perrotta (colori) che immagina, in una sorta di presente distopico ma non troppo, il ritorno in vita del Duce, pronto a riprendersi il potere perduto.
C’è solo un problema imprevisto per il redivivo Benito Mussolini: il colorito della sua pelle non è più esattamente ariano, ma l’ostacolo è facilmente superabile e così il nemico non è più l’immigrato, ma la famigerata e temibile entità “gender”. Il trio d’autori realizza una sintetica (i quattro albi sono snelli e di veloce lettura) satira fantapolitica seguendo la poetica già espressa in Jesus e V per il Vangelo: una satira diretta, verace, capace di dialogare con il demenziale e che non ha paura delle volgarità, anche se qui la cattiveria, rivolta perlopiù nei confronti dell’estrema destra, è più evidente che nelle opere precedenti. I risultati sono un po’ a corrente alternata, ma in Quando c’era LVI vengono ad ogni modo colti e messi alla berlina numerosi atteggiamenti del nostro presente, che il paradosso su cui si basa l’intreccio e la distopia rendono inquetanti come moniti: dal razzismo più o meno mascherato all’egoismo strisciante, dalla massa boccalona al “gentismo” più qualunquista fino alla deriva della comunicazione e delle ideologie dovuta al malinteso utilizzo dei social. Così, paradossalmente, l’opera funziona più quando prende di mira aspetti non immediatamente conducibili all’ideologia che vuole colpire, mentre talvolta diventa greve e non particolarmente ficcante quando fa satira politica nel senso più stretto; si vedano, nel terzo volume, i colonnelli di Alleanza Nazionale, rappresentati in una maniera, diciamolo, non così lontana dalle caricature del Bagaglino, o l’insistenza con cui la caricatura della Santanché vuole possedere carnalmente il Duce. È un po’ come se in questi momenti gli autori si siano fatti prendere la mano dalla sacrosanta indignazione nei confronti del neofascismo, dimenticando che la satira ha bisogno di un minimo di rielaborazione per essere davvero efficace. Rimane, nei momenti migliori, oltre al divertimento in più di un’occasione notevole, un senso di inquietante timore per una “distopia” che in certi suoi aspetti non è così improbabile, e che coglie troppi bubboni del nostro presente potenzialmente pronti ad esplodere (in particolare forse nel IV volume). Molto gustose le appendici con, per esempio, la posta del cuore e l’oroscopo curati da Mussolini e la schermata di Facebook aggiornata ai tempi del nuovo fascismo, così come la vignetta finale fa desiderare un seguito con il protagonista lì presentato. L’opera uscirà in un unico volume ad aprile.
Quando c’era LVI – Vol. I-II-III-IV [Italia 2016/17]
TESTO Daniele Fabbri. DISEGNI Stefano Antonucci, Mario Perrotta.
EDITORE Shockdom.
Satirico, colori, 32 pp. (volume).