Vampiri di Londra
I Dontnod nel tempo hanno saputo crearsi una certa fama e riconoscibilità, grazie a scelte di design e un’attenzione alla narrazione che li ha resi certamente un unicum all’interno del settore videoludico. Da Remember Me, esordio del gruppo purtroppo sfortunato commercialmente, le scelte di design e gameplay sono state atipiche, presentando un action con la possibilità di personalizzare le combo a piacimento e dando la possibilità di manipolare il tempo.
Con lo sviluppo di Life is Strange, i Dontnod hanno messo a bersaglio un successo che li ha resi noti, un’avventura grafica a scelte multiple che vedeva ancora una volta la centralità narrativa del tempo e della sua manipolazione. Con l’ultima loro fatica, Vampyr, il gruppo francese conferma la volontà di portare avanti una filosofia videoludica atta a proporre soluzioni atipiche, magari non innovative nei singoli elementi ma di certo inedite nella commistione dei singoli generi. Un action che prende spunto nella fase tattica dei combattimenti da Dark Souls e affini, senza presentare la medesima difficoltà, mescolando una solida base GDR incentrata tutta sull’accrescimento dei poteri vampireschi del protagonista. Lontano parente, da cui prende spunto la centralità della dannazione e la natura ruolistica, del videogioco Vampire: The Masquerade (Nihilistic Software, 2000), a sua volta tratto dall’omonimo GDR da tavolo del 1991, Vampyr ambienta la sua storia nella Londra d’inizio Novecento, messa in ginocchio dall’influenza spagnola e da un’altra piaga ben più oscura.
Il nostro protagonista, noto chirurgo, si sveglia una notte trasformatosi in vampiro. Accettata la sua natura demoniaca, l’uomo sarà costantemente scisso tra la sua moralità e la necessità di uccidere per sopravvivere. Dilemma etico ovviamente lasciato nelle mani del giocatore che dovrà decidere come affrontare l’avventura, se prosciugare i diversi PNG presenti nella mappa open world, che doneranno un enorme surplus d’esperienza, oppure mantenere la propria umanità, scelta accentuata dalla moltitudine di linee di dialogo che ci metteranno davanti a scelte non sempre legate alla nostra nuova natura.
Se queste meccaniche in fondo vi sembreranno elementi già visti in diverse occasioni, Vampyr pone in particolare l’accento nel dover conoscere e ampliare la nostra cerchia di conoscenze. Dialogare con un personaggio non è utile solo allo svolgimento delle missioni, ma anche nel venire a conoscenza di indizi su altri personaggi che sbloccheranno nuove linee di dialogo e missioni secondarie. Vampyr in fondo è un videogame che porta il giocatore a confrontarsi con il tessuto sociale, un raccoglitore di storie che dall’horror gotico passa al racconto sociale e storico. È in questo che i Dontnod trovano l’originalità in un mix di elementi che nascondono alcune magagne tecniche e un battle system non sempre preciso. Vampyr trova nell’amalgama di tanti elementi, anche semplici, la quadra di una produzione che ha sempre come primo obiettivo quello di raccontare una e tante storie.
Vampyr [id., Francia 2017] SVILUPPATORE Dontnod Entertainment.
DISTRIBUZIONE Focus Home Interactive.
PIATTAFORME PlayStation 4, XBox One, PC
Action, GDR.