Zelda è scomparsa. Di nuovo.
Quando si pensa alla Nintendo, subito viene in mente l’immagine di Super Mario, idraulico trippone celebre per l’uso di funghetti e per le sue sevizie alle tartarughe, eroe di un mondo fatto di mattoni spaccabili a testate, incubo di ogni muratore.
Ovviamente, Nintendo non è solo Mario. E’ anche la principessa Zelda, o meglio, è anche Link, intrepido giovanotto dalla tunica verde che puntualmente è chiamato a combattere bestie di ogni tipo per salvarla. Così come per Mario, la saga di Zelda è uno dei punti d’eccellenza della casa nipponica, presente fin dall’inizio e con almeno un titolo per ogni console Nintendo. The Legend of Zelda uscì per la prima volta nel 1986 (in Giappone, 1987 nel resto del mondo) per il NES, e già presentava le caratteristiche che in seguito sarebbero diventate un punto fermo di tutti i titoli successivi. The Legend of Zelda è un action RPG in cui dovremo condurre Link attraverso il mondo di Hyrule, colmo di foreste minacciose, caverne oscure e dungeon labirintici, alla ricerca di oggetti che permettano di sconfiggere i nemici più ostici e liberare l’amata principessa Zelda, rapita dal cattivo di turno. Una trama canonica che fa da base a un gameplay alquanto avanzato per l’epoca, poiché non obbliga il giocatore a seguire una strada prefissata per completare il gioco, ma dà la possibilità di scegliere a piacimento l’ordine dei dungeon da superare. Inoltre la terra di Hyrule è totalmente esplorabile, ricca di aree misteriose cui poter accedere dopo aver conquistato determinati oggetti, in modo da addentrarsi gradualmente in questo mondo bizzarro, grottesco, magico. Praticamente, The Legend of Zelda è uno dei primi esempi di gameplay “free roaming”, caratteristica gradualmente perfezionata nei titoli successivi, raggiungendo picchi di genialità raramente eguagliati nella storia videoludica, tant’è che, ad esempio, The Legend of Zelda – Ocarina of Time (1998, per Nintendo 64) è da molti considerato il miglior videogioco di sempre.
Il nuovo capitolo, The Legend of Zelda – Skyward Sword, pubblicato nel novembre scorso per la Wii in occasione del 25° anniversario della saga, era atteso dai fan di tutto il mondo da cinque anni, e l’attesa è stata ampiamente ripagata perché Skyward Sword è, semplicemente, l’ennesimo capolavoro del team di Shigeru Miyamoto. Cioè, è un capolavoro se preso a parte dal resto della saga: sono tante le piccole cose che nei confronti dei titoli precedenti fanno sorgere qualche perplessità, nonostante i moltissimi pregi di Skyward Sword. Innanzitutto, uno scenario inedito, Oltrenuvola, un mondo aereo costituito da isole galleggianti nell’aria, separato dalla sottostante terra di Hyrule da un impenetrabile strato di nubi. E’ da qui che inizia la nostra avventura, che cronologicamente si pone prima di Ocarina of Time: Zelda non è ancora principessa, ma una cara amica d’infanzia di Link, e già attira su di se l’attenzione di forze maligne e soprannaturali, che puntualmente cercano di rapirla. Quando Zelda scompare, tocca a Link andare alla sua ricerca, armato della magica Skyward Sword, spada in grado di aprire passaggi tra le nubi verso Hyrule, dove un terribile male si sta risvegliando e minaccia l’intera esistenza. E’ qui che passeremo la maggior parte del tempo, esplorando gradualmente le tre zone che compongono Hyrule e i suoi dungeon che, come sempre, sono geniali esempi di game design, vasti e complessi, traboccanti di trovate folli e cervellotiche, con dei boss memorabili che richiedono grande concentrazione, astuzia e precisione millimetrica nei movimenti per essere sconfitti. E qui entra in gioco il Wii Motion Plus, controller con cui gestiamo i movimenti della spada, che permette affondi e fendenti da ogni lato, aumentando la portata strategica di ogni combattimento rispetto ai capitoli precedenti: se prima era soprattutto la tempistica degli attacchi a fare la differenza, con Skyward Sword bisogna prestare grande attenzione anche alla loro direzione, poiché molti avversari possono essere colpiti solo in determinati punti, ovviamente molto ben protetti.
Dal punto di vista grafico, Skyward Sword è un piccolo miracolo: la Wii, non supportando l’alta definizione e con un hardware meno performante rispetto a quello della X-Box 360 o della Playstation 3, ha sempre avuto nella grafica uno dei grandi punti deboli. Miyamoto ha ovviato a questo problema concentrando tutta l’attenzione sull’uso dei colori, prendendo ispirazione dai quadri impressionisti e in particolare dalle opere di Paul Cézanne, creando un mondo che pare una successione di splendidi dipinti animati. Il risultato è mozzafiato, e da questo punto di vista Skyward Sword è certamente il meglio offerto dalla saga.
Purtroppo, il videogioco è carente proprio su uno dei grandi punti di forza della saga, quella modalità free roaming che ha reso Zelda unico nel panorama videoludico. Il mezzo di locomozione di Oltrenuvola sono degli uccelli giganti dai colori sgargianti, i Solcanubi, tramite i quali possiamo spostarci da un’isola all’altra. Peccato che le isole siano poche e minuscole, tutto il resto è un cielo terso, attraversato da paffute nuvolette bianche: piuttosto monotono e poco eccitante, considerando che in quel momento stiamo volando e che la cosa dovrebbe essere alquanto esaltante. Non che l’aspetto esplorativo in Skyward Sword sia assente, ma sicuramente ridotto ai minimi termini e più concentrato su Hyrule piuttosto che su Oltrenuvola, dove possiamo trovare materiali particolari e catturare insetti grotteschi per potenziare i nostri oggetti e le nostre pozioni magiche. Insomma, la spinta alla pura esplorazione non è così forte e sentita come nei capitoli precedenti, e questo è un grosso dispiacere: le emozioni provate nelle magiche corse con la cavalla Epona in Ocarina of Time, immersi in un ambiente dove ogni albero, ogni roccia, ogni crepa sospetta su una parete possono rivelare sfide, ricompense e segreti, sono solo uno splendido ricordo.
Come già detto, in Skyward Sword possiamo trovare “difetti” solo in paragone ad alcuni titoli della saga antecedenti. Preso singolarmente, questo è IL videogioco che chiunque possegga una Wii dovrebbe avere, ed è il modo migliore per avvicinarsi a uno dei mondi più intriganti e originali mai creati dall’arte videoludica. Preparatevi a far scorta di batterie per il Wii Motion Plus, ne consumerete a iosa.