La tempesta e la farfalla
Le avventure grafiche per anni sono state considerate un genere morto, dopo i fasti di metà e fine ’90, troppo di nicchia e statiche per l’evoluzione degli standard videoludici. L’intensificarsi però dell’attenzione da parte dei grandi publisher verso un’esperienza che riuscisse ad avvicinarsi a quella cinematografica ha riportato il genere ad avere un ruolo di primo piano nell’industria.
Spacciati erroneamente come “film interattivi”, in realtà l’approccio intrapreso dal genere è quello dell’ipertesto, avventure che mettono in primo piano le scelte del giocatore all’interno di un contesto narrativo marcato. Non è un caso quindi che principalmente siano stati affrontati generi narrativi forti, come il thriller (Heavy Rain), l’horror (Untill Dawn) o la fantascienza (Beyond: Two Souls); ma se c’è qualcosa che la versione videoludica di The Walking Dead ha mostrato è che quello che realmente fa la differenza in produzioni del genere non sono tanto le decisioni sui singoli eventi, ma le scelte relative al rapporto tra i singoli personaggi. Ecco allora che sostanzialmente Life is strange impone al giocatore l’importanza dei rapporti interpersonali, più anche dell’imminente tempesta che sta per abbattersi su Arcadia Bay (che la protagonista Max prevede in sogno) o della scomparsa della giovane Rachel Amber, i due cliffhanger che reggono la struttura episodica del titolo. Un po’ Donnie Darko, un po’ Twin Peaks e con un’atmosfera da college movie statunitense, Life is strange mette in mano al giocatore la possibilità di manipolare il tempo tornando indietro per cambiare le proprie scelte. Se il tono fantascientifico a parole sembra essere l’elemento predominante del videogame, a conti fatti il fulcro sta invece sulla qualità delle scelte che si ripercuotono nelle vite di chi circonda Max: dalla punk Chloe (coprotagonista della vicenda) alla fragile Kate, passando per le figure che animano il campus universitario, tutte caratterizzate dai segreti che nascondono. È proprio nella vita collegiale che Life is strange trova terreno fertile per inscenare i dubbi, le fragilità e la forza di una ragazza di quella età, ma anche l’insostenibile peso delle proprie scelte, la cui reversibilità è sì possibile, ma mai atta a deresponsabilizzare le proprie azioni, perché in fondo da singole e piccole decisioni possono derivare gravi e imprevedibili conseguenze, come un battito d’ali di una farfalla può provocare un tornado dall’altra parte del mondo. La produzione dei Dontnod Entertainment, uscita in questa versione che raccoglie tutti e cinque gli episodi in versione scatolata, sceglie di raccontare le vicende di Max con un tono intimo e lieve, facendo particolare affidamento a una colonna sonora indie rock, allo stesso modo della regia visiva che ripropone gli stilemi di una pensosa leggerezza tanto cara al cinema indipendente statunitense contemporaneo. Life is strange coadiuva così tutti questi elementi trovando la chiave proprio nel tono mantenuto nell’avventura. La leggera stranezza che tutti gli adolescenti provano alla loro età certamente viene accentuata dai poteri di Max e dalle visioni di distruzione, ma trovando fulcro, vivacità e identità nella vita affettiva tra le persone che ci circondano e dalle scelte che noi facciamo in relazione a esse.
Life is strange [id., Canada 2015] SVILUPPATORE Dontnod Entertainment.
DISTRIBUZIONE Square Enix.
PIATTAFORME Pc, Playstation 4, Playstation 3, Xbox One, Xbox 360.
Avventura grafica, 5 episodi.
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