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In questo numero

Ranxerox

mercoledì 17 Aprile, 2013 | di Mattia Filigoi
Ranxerox
Fumetti
1
Voto autore:

Znòrt! Finalmente un volume integrale!
“La Banana Comix è lieta di presentare un fumetto pieno di violenza gratuita! Per la serie: ‘nuovi soggetti sociali degli anni ‘80’ ecco a voi RANK XEROX, IL COATTO!”. Tamburini mette subito in chiaro quello che dovrà aspettarsi il lettore, fin dalla prima tavola. E di violenza gratuita, mio dio!, qui ce n’è veramente a pacchi. Ma se guardiamo più in là, oltre gli smembramenti, oltre il sadomaso esplicito e i vari “porcoddio!”, nascosto dietro un velo retinato di vinavil sparato in vena, sotto sotto Rank Xerox è una epica, tragica, folle, fetida storia d’amore.

Tutto ruota intorno a Lubna, dodicenne tossica ninfomane, in una Roma degradata di un futuro prossimo. Rank Xerox funge da suo “ragazzo”, ma in realtà non è altro che un bambolotto, un androide ricavato da una fotocopiatrice Xerox, tenuto su da innesti “bioelettronici” e qualche pezzo di Meccano, un Terminator ante litteram,mediacritica_ranxerox1 robot in tutto simile a un umano con un’unica missione: amare, soddisfare Lubna. Non platonicamente. Lei però è una stronzetta viziata, lo tratta come uno schiavo, lo manda a comprare la droga, si fa scopare quando le gira, e dato che finisce sempre in qualche casino, Rank è costretto ogni volta a salvarla (spaccando teste). E’ la sua missione, il suo unico motivo di vita, anche se è un robot con una seria dipendenza dal vinavil. Tant’è che quando Lubna lo lascia, lui si uccide strappandosi il cuore e porgendoglielo. Questo nell’ultima parte della storia I, Me, Mine Corporation, pubblicata su Frigidaire nel dicembre 1985, che sarà anche l’ultima scritta da Stefano Tamburini, scomparso nell’aprile del 1986, stoppando (momentaneamente) la serie.
Fin qui, Rank Xerox si confermava sempre più opera geniale e innovativa. Le prime tavole in b/n su Cannibale e Il Male (1978 – 1980), dove Tamburini collaborava ai disegni con Tanino Liberatore e Andrea Pazienza, erano un evidente scherzetto, un dito medio ultraviolento sbattuto in faccia ai valori della morale comune, con uno stile mutante dai precisi riferimenti alla realtà italiana e alla scena artistica underground del momento. Con Frigidaire (novembre 1980) si passa al colore, Rank Xerox diventa Ranxerox per evitare una causa dalla casa di fotocopiatrici, Tamburini si occupa unicamente delle sceneggiature e Liberatore dei disegni, e non è solo il tratto grafico a mutare, ma l’atmosfera complessiva: il respiro da locale si fa globale, la satira politica viene smorzata e la violenza accentuata, le psicologie dei personaggi sono sviluppate con più coerenza e i disegni di Liberatore sono mozzafiato. La citazione alla fantascienza letteraria e cinematografica si fa predominante (con continui riferimenti a Ballard e a Dick), mentre Tamburini tenta di sviluppare un mondo altro, credibile nelle sue componenti sociali specchio distorto di quelle degli anni ’80. Un mondo che pare l’incontrario di quello del Giudice Dredd, la legge non c’è, al massimo qualche sbirro dalla pistola facile ai servizi di vecchie bigotte abbonate a L’Unità. Esplode invece la violenza insensata, in ogni classe sociale, e ne espande l’onda d’urto l’abitudine a essa, il non curarsi, che in Dredd era per terrore del ritrovarsi a che fare con la Legge (meglio farsi rapinare, forse), mentre qui è pura noia, abitudine, anche la protesta violenta non fa più scalpore, i cittadini risolvono i problemi da se e rispettano pure i riti sociali, dandosi del lei dopo aver compiuto una carneficina. Un senso di anarchia dovuto anche allo scarso numero di storie realizzate, che riesce solo ad abbozzare un plausibile mondo altro, rimescolandolo continuamente per di più. Eppure, questo, che altrove parrebbe un difetto, in Ranxerox sviluppa misteriosamente un senso di capolavoro incompiuto, che aumenta l’aura di un’opera unica, ancora oggi spettacolare, rivoluzionaria e profetica, da leggere e rileggere tutta d’un fiato grazie a Ranxerox – L’integrale, che per la prima volta raccoglie le avventure del coatto sintetico al completo (anche la lunga Amen! del 1995, scritta da Alain Chabat a conclusione dell’ultima di Tamburini). Un volume necessario.

Ranxerox – L’integrale
TESTI Stefano Tamburini (e Alain Chabat). DISEGNI Tanino Liberatore, Stefano Tamburini (e Andrea Pazienza).
EDIZIONI COMICON, 2012.
Fantascienza, b/n e colore, 207 pp.

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