Tigri di pezza
Le diciottovoltevirgolatre del titolo del graphic novel di Stefano Simeone sono le volte in cui la protagonista Francesca si innamora nell’arco della sua vita: di persone, luoghi, momenti, quadri e tigri di pezza. Decisivo sarà quel “virgolatre”, innamoramento meno travolgente di tutti gli altri, ma più potente e decisivo, capace di attraversare in maniera carsica un’intera esistenza con inseguimenti, ripicche, fughe, ritrovamenti e rimpianti e capace di lasciare un’eredità tangibile.
Nel frattempo la vita della bambina/adolescente/donna attraversa tutte le stagioni dell’esistenza, in una continua tensione tra felicità e incompletezza, gioie e rimpianti, fiducia e amarezza, illusioni e “ovosodi che non vanno né giù né su”. Simeone realizza così un affresco ambizioso che mira a parlare di eventi, sensazioni, incontri e stati d’animo quotidiani, quasi – detto in senso buono – “banali”, o in cui comunque, in un modo o nell’altro, il lettore può rispecchiarsi, per esperienza diretta come per sentito dire. Lo fa evitando l’autobiografismo puro e l’autoreferenzialità da racconto del tinello puntando a una narrazione sfuggente, quasi come se ci trovassimo di fronte a un continuo “flusso di coscienza”, e lavorando soprattutto sul disegno e sui colori. Pur con una linea quasi impressionista che è riconoscibile e coerente per tutte le oltre 300 pagine (che, per inciso, si divorano), in particolare per quanto riguarda la definizione dei personaggi, ogni capitolo ha uno stile grafico in qualche modo differente e particolare. Fondamentale ed evidente la scelta dei colori: ogni capitolo, cioè ogni innamoramento, ha un suo colore, legato allo stato d’animo della protagonista e alla fase della vita attraversata. Il fatto poi che i colori siano resi in maniera tenue e quasi raffreddata, per intenderci simile all’effetto di un acquarello, aumenta sia il senso di più o meno implicita malinconia di fondo, sia il senso di straniamento. In generale però la ricerca grafica è continua e permette alla narrazione di non rimanere ancorata alla cronaca inerme della realtà e delle sensazioni descritte, permettendo così alle diciottovirgolatre volte di non rimanere inchiodate alla quotidianità più ovvia; il disegno crea infatti scarti metafisici, fughe in avanti e indietro e dà movimento anche ai momenti più statici sulla carta, in questo modo cogliendo anche il senso del tempo che scorre. In Diciottovoltevirgolatre ci sono capitoli più incisivi di altri, ma nel complesso l’opera funziona decisamente; un po’ per come riesce a gestire i vari toni presenti, un po’ per come riesce a essere allo stesso tempo quasi visionario e assolutamente quotidiano e soprattutto perché emoziona in più di un’occasione.
Diciottovoltevirgolatre [Italia 2016] TESTO E DISEGNI Stefano Simeone.
PUBBLICATO DA Bao Publishing.
Graphic novel, colore, 314 pagine.