L’attore britannico per (e di) eccellenza
Non si può pensare ad Alan Rickman senza venir catapultati nel sotterraneo di Hogwarts e osservarlo mentre, severo e sprezzante, dispensava le sue lezioni. Non è raro per un attore venire associato al ruolo che gli ha dato il maggior lustro possibile agli occhi del pubblico. Ma è difficile dare un volto univoco a Rickman. Il professore di pozioni nel magico universo potteriano è una tra le sue performance più famose. La più famosa? Forse. Ma è solo l’apice di una carriera che lo ha visto spaziare in quasi ogni genere cinematografico e teatrale e passare senza colpo ferire davanti e dietro alla macchina da presa, consegnato al cinema verso i quaranta e consacrato ben prima come eccellente animale da palcoscenico.
Elegante e moderato nella recitazione – non lo si può tacciare di overacting nemmeno per il ruolo che lo vide debuttare a Hollywood, nei panni dell’antagonista di Bruce Willis in Trappola di cristallo – Alan Rickman non è passato solo attraverso i lustrini delle grosse produzioni, né si è attenuto al ruolo del “cattivo” che tanto spesso gli è riuscito benissimo di interpretare. Perfetta sintesi di raffinatezza e con quello sguardo sardonico tipico dello spietato humor britannico, l’attore incarnava l’idea stessa di quella figura mitologica che è l’attore inglese, impostosi alla nostra attenzione negli ultimi anni. Un professionista che non teme né il confronto con i grandi classici della scena teatrale, né la scelta di produzioni indipendenti, né il rifiuto di ruoli che secondo la logica di mercato è folle declinare (e Rickman disse no ad una grossa parte in 007 – Goldeneye). Un vero e proprio artista del palcoscenico, capace di collezionare un Golden Globe, un Emmy, un Tony Award, svariati altri riconoscimenti alla regia di L’ospite d’inverno e un unanime plauso della critica per il suo lavoro, anche quando (o soprattutto) la sua interpretazione era l’unica cosa decente di una pellicola scadente, come ad esempio il suo Metatron in Dogma. In film più leggeri come Galaxy Quest non teme l’autoironia prendendo bonariamente in giro la serietà richiesta in molti dei suoi lavori, e nel frattempo assume la vicedirezione della Royal Academy of Dramatic Art, diventa il mite Colonnello Brandon in Ragione e Sentimento di Ang Lee, doppia il Brucaliffo nel burtoniano Alice in Wonderland… Un riassunto completo è, fortunatamente, impossibile. È troppo grande il numero di lavori a cui l’attore ha partecipato e che ora sono un lascito prezioso non solo per i fan, ma anche come vera e propria scuola, un perfetto vademecum delle qualità che si richiedono a un professionista che è anche artista e che non snobba né teme generi diversi, sfide e tanto duro lavoro. Grazie, Mr. Rickman.