Teorema del tempo e dell’identità
Adattamento cinematografico del racconto All You Zombies di Robert A. Heinlein (1959), il terzo lungometraggio dei gemelli Spierig, nati in Germania ma formatisi in Australia, è una minuta ma assai stratificata variazione sul tema dei viaggi nel tempo.
Ulteriore esempio di un neo-cinema fantascientifico studiato per bilanciare l’intrattenimento visivo dell’azione e degli effetti speciali con l’approfondimento di tematiche filosofiche quali l’identità personale, l’intenzionalità e l’autodeterminazione, Predestination racconta la complessa vicenda di un “agente temporale” che, incaricato da un’agenzia governativa di sventare un attentato dinamitardo avvenuto a New York nel passato, si trova proiettato alla riscoperta di se stesso, condizionando definitivamente con la propria missione il corso degli eventi. Riassumere la spirale drammaturgica del film sarebbe superfluo, oltre che faticoso: quello che più conta nel lavoro degli Spierig è la tensione strutturale atta a rendere sostenibile un simile, vertiginoso paradosso narrativo, e il gusto vintage con cui Predestination si posiziona in modo netto agli antipodi di molto cinema fantascientifico contemporaneo (si pensi, ad esempio, a un film simile per ingredienti ma molto diverso per risultati, Primer di Shane Carruth). I registi, capaci di far fruttare un budget piuttosto ridotto (circa 5 milioni di dollari) impostano la messinscena entro una cornice fumettistica, dove la verosimiglianza della rappresentazione storica fa un passo indietro rispetto alla fotografia e al punto macchina, avvicinando il risultato alle atmosfere noir di un immaginario nostalgico, vagamente adolescenziale, aggiornato alle potenzialità del digitale. Punto di forza molto meno discutibile è il lavoro degli interpreti protagonisti: la versatilità di un Ethan Hawke ormai capace di ruoli molto differenti ma sempre credibili è ben spalleggiata dal lavoro della meno nota Sarah Snook, qui impegnata in una sottotrama transgender non priva di immagini forti, che sono costate al film il divieto ai minori in molti Paesi. Premiato in svariati festival di genere, Predestination non manca di una sintesi virtuosa dei suoi elementi cardine, ma sembrerebbe di fatto incapace di comunicare a fondo con il resto del cinema fantascientifico, più simile a un’isola fine a se stessa che a un oggetto di riflessione connesso ai suoi simili. Resta solida, benché fagocitata da certe scelte di regia, la tensione esistenziale del racconto di Heinlein, piccolo teorema del tempo e dell’identità che molte domande ancora offre sulla nostra capacità di sfidare l’idea di destino, e davvero essere capaci di trasformarla.
Predestination [Id., Australia 2014] REGIA Michael e Peter Spierig.
CAST Ethan Hawke, Sarah Snook, Christopher Kirby, Christopher Sommers, Noah Taylor.
SCENEGGIATURA Michael e Peter Spierig. FOTOGRAFIA Ben Nott. MUSICHE Peter Spierig.
Fantascienza, durata 97 minuti.
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