Niente di nuovo sul fronte del web
Una coppia sposata viene raggirata su una chat, e vuole risalire al responsabile della truffa. Un padre cerca le ragioni del tentato suicidio di suo figlio, ora in coma, vittima di uno scherzo su Facebook. Una giornalista costruisce uno scoop attorno a un ragazzo che lavora per una chat erotica.
Disconnect, il nuovo film di Henry Alex Rubin, è un dramma ben impostato e coinvolgente, che nelle sue premesse fa il pieno di emozioni. Se mantenesse le promesse con cui si presenta, eviterebbe di risultare sterile nella sua riflessione sui media, priva di vis polemica e di un reale confronto coi mezzi tecnologici odierni. Ed è un peccato, perché le armi a disposizione c’erano tutte, dagli ottimi interpreti alla scrittura solida e tesa, che ripete un modello già visto nel seminale Crash – Contatto fisico di Paul Haggis. La sceneggiatura esibisce i trucchi del mestiere, quegli espedienti narrativi che catapultano lo spettatore nelle vite dei personaggi, lasciandogli un senso di gratitudine più per il modo in cui si sviluppa la storia che per l’oggetto del racconto. Chat rooms e social networks sembrano infatti un pretesto per dire altro, per riflettere sul dolore dell’uomo che impara a empatizzare con la sofferenza altrui, piuttosto che scegliere la strada della vendetta privata. Esso comprende la sua condizione di precarietà e diventa solidale con il nemico, specchio delle sue debolezze. Tuttavia c’è un qualcosa di capzioso nel modo in cui vengono accostate le tre storie principali, che inquadrano un mondo dove la tecnologia è ridotta spesso a un elemento contestuale e nulla più. Il tema di internet attraversa il film, ma non ne costituisce il cuore, rimanendo a galla senza determinare un ragionamento maturo sul problema, insinuando dubbi sulla forza potenzialmente dannosa del web, ma lasciando irrisolti molti quesiti. Dove si situa la nostra responsabilità nell’uso della Rete, e quanto essa si rivela un arma pericolosa in sé, indipendentemente dal suo impiego? Disconnect, per come affronta l’argomento, appare un’opera in ritardo, fuori tempo massimo rispetto a film come The Social Network, che in materia avevano già raggiunto la quadratura del cerchio.
Disconnect [id., USA 2012] REGIA Henry Alex Rubin.
CAST Jason Bateman, Alexander Skarsgård, Max Thieriot, Paula Patton, Andrea Riseborough.
SCENEGGIATURA Andrew Stern. FOTOGRAFIA Ken Seng. MUSICHE Max Richter.
Drammatico, durata 115 minuti.