Le nebbie della Storia
Milton amava Fulvia e amava la letteratura, traduceva Cime tempestose e ascoltava seduto i ballabili jazz. Milton era amico di Giorgio, il suo opposto, spigliato, guascone, nobile nei modi, nell’aspetto e in ogni cosa in cui Milton poteva solo dirsi educato e gentile. Milton aveva vent’anni quando la guerra lo costrinse ad accantonare tutto di sé e a salire sulle montagne, con un fucile in spalla e tanto odio nel cuore.
Una questione privata di Beppe Fenoglio, opera postuma e suprema di un autore oggi troppo spesso collocato e rinchiuso – e così liquidato – nel settore storico o memorialistico, posto tra le letture estive consigliate ai ragazzi quasi fosse una curiosità o un nostalgico frammento di impronunciabile eroismo patriottico, è letteratura politica ma non politicante, che interseca privato e pubblico all’alba di un’età, la nostra, che confonde e spesso neppure distingue le due cose. Così il fatto che Milton, nel bel mezzo degli scontri a fuoco, degli spostamenti, delle esecuzioni, si metta, solitario, in cerca di Giorgio ci sembra naturale e scontato, ma Fenoglio e, oggi, i Taviani, fanno di tutto per dirci che non è così. Durante una marcia Milton passa accanto alla vecchia villa in cui lui ed i suoi amici passavano le giornate più belle e più vive che lui ricordi. La governante è ancora lì, ad aspettare che tutto finisca e la nebbia della guerra si diradi, riportando sole e serenità. Parlando con Milton gli rivela degli ultimi tempi in cui Fulvia e Giorgio sembravano molto legati, uscivano spesso e passavano anche qualche notte fuori insieme, ma come ogni racconto privo di dettagli, Milton ci mette del suo e sospetta un legame tra i due che avrebbe voluto non ci fosse o che almeno non fosse così stretto. Il suo inseguire Giorgio, giorno e notte, tra montagne, basi amiche e paesi occupati, è uno sforzo sovrumano, che va oltre le necessità storiche e le doverose precauzioni, che si alimenta al fuoco della gelosia e al logorio del dubbio. Quando scopre che Giorgio è stato fatto prigioniero dalle squadre fasciste si mette alla ricerca di un prigioniero “nero” per proporre uno scambio, ma non trova che disperati, reietti, individui che nessuno vorrebbe o che vengono uccisi così in fretta e con una tale rabbia che non fa in tempo ad averne notizia, così, perse le speranze, perde anche, man mano, ogni senso di umanità e di autodifesa, cercando quasi la morte per paura della verità. Marinelli, nel ruolo di Milton, è la scelta più riuscita del film, col suo incedere matto, furioso, stralunato. La nebbia, i paesaggi, i volti, sono gli strumenti principali utilizzati dai Taviani per disegnare questo dramma allo stesso tempo così interiore e così esteriore, il cui pregio sta in una rappresentazione coerente e coesa, che sa controllare anche gli eccessi evitando la retorica.
Una questione privata [Italia 2017] REGIA Paolo e Vittorio Taviani.
CAST Luca Marinelli, Valentina Bellè, Anna Ferruzzo, Lorenzo Richelmy.
SCENEGGIATURA Paolo e Vittorio Taviani (tratta dall’omonimo romanzo di Beppe Fenoglio). FOTOGRAFIA Simone Zampagni. MUSICHE Giuliano Taviani, Carmelo Travia.
Storico/Drammatico, durata 84 minuti.