Spensierate miserie ed eccentriche nobiltà
Louis Ives è un giovane, timido professore di inglese, che convive con il sogno di diventare scrittore e con una irrisolta confusione sulla propria identità sessuale.
Trasferitosi a Manhattan per “cercare se stesso”, si ritrova a vivere con Henry Harrison, un commediografo fallito di mezz’età spiantato, misogino e razzista, con fieri atteggiamenti da aristocratico bacchettone d’altri tempi; attuale occupazione, “extra-man”, ovvero escort per vecchie signore altolocate. La voce fuori campo rilancia la citazione letteraria iniziale del Grande Gatsby, e descrive i tormenti interiori di Louis, il cui sguardo è a sua volta filtro sul mondo di Henry. L’eccentricità permea ogni aspetto dell’esistenza di quest’ultimo: dalla filosofia di vita, agli hobby (le palle di Natale), ai comportamenti sociali; ed è dall’incomprensibilità di queste stranezze che Louis, “strambo” in modo forse più banale, è attratto. Tra infidi ex coinquilini, vicini di casa ambigui e una schiera di anziane e anzianissime benefattrici, Berman e Pulcini, già autori del riuscito American Splendor, descrivono con Un perfetto gentiluomo un surreale spicchio di Manhattan che unisce il lusso e l’indigenza e su cui domina l’irresistibile richiamo della joie de vivre contro ogni logica, in spregio, almeno apparentemente, alle incombenze pratiche quotidiane. Nonostante dialoghi quasi sempre brillanti e interpreti giusti (Kevin Kline sopra le righe come dev’essere, Paul Dano è un credibilissimo adorabile poveraccio, John C. Reilly è facilmente simpatico) il film perde smalto soprattutto quando tenta di coniugare, tramite Louis, l’universo “ordinario”, rappresentato dall’impiego nella rivista ecologista, con quello “extra-ordinario” di Henry & Co. Mary/Katie Holmes è in questo senso un aggancio piuttosto inutile, oltre che insopportabile, eppure alla sua presenza nel finale è affidata la ratifica della raggiunta pace interiore di Louis. La capacità di far convivere i due mondi è acquisita senza che il percorso verso di essa sia tracciato in modo soddisfacente; ne consegue un film godibile, a tratti tenero per l’affettuosa descrizione delle più varie bizzarrie, ma che si accontenta di descrivere solo superficialmente le crisi dei personaggi e le loro soluzioni.
Un perfetto gentiluomo [The Extra Man, USA/Francia 2011] REGIA Shari Springer Berman, Robert Pulcini.
CAST Kevin Kline, Paul Dano, Katie Holmes, John C. Reilly.
SCENEGGIATURA Shari Springer Berman, Robert Pulcini, Jonathan Ames (tratta dal romanzo Io e Henry di Jonathan Ames). FOTOGRAFIA Terry Stacey. MUSICHE Klaus Badelt.
Commedia, durata 108 minuti.