La verità, vi prego, sull’amore
Si può riassumere l’intera Storia del Cinema? Periodicamente qualcuno ci prova, ad uso e consumo sia dei neofiti sia di chi intende approfondire alcuni aspetti di una materia/arte già conosciuta. Laddove l’intento primario dei testi “accademici” è perlopiù enciclopedico – decenni di cinematografia condensati in esaustive ma ovviamente sommarie mappe concettuali –, esiste anche una documentazione filmica che interroga se stessa, spesso da punti di vista obliqui.
In questi anni abbiamo assistito alla arguta disamina filosofica di Slavoj Zizek (Guida perversa al cinema del 2006 e Guida perversa all’ideologia del 2012), alla più che completa Cura Ludovico di The Story of Film e al notevole From Caligari to Hitler, tratto dall’omonimo libro di Kracauer. Con Love is All la filmmaker Kim Longinotto affronta la questione in modo piuttosto anomalo. Si parla di Amore e delle sue modalità di rappresentazione, ma senza alcuna voce off e/o introduzione: esistono solo le riprese, in un gioco ad incastri spiazzante sapientemente architettato dal montaggio di Ollie Huddleston; ed esiste solo la colonna sonora, trait d’union privo di soluzione di continuità composto da Richard Hawley (ex frontman dei Pulp). La musica avvicina la visione di Love is All a quella di un videoclip, destinato in prima battuta a respingere, per poi all’opposto ad ammaliare. D’altronde, la potenza delle immagini che si alternano sullo schermo è tale da rendere superflua qualsiasi critica: fra intrattenimento e ricostruzione sfilano frammenti tratti da oltre 80 “opere”, sia strettamente riconducibili alla Storia del Cinema che legate all’idea di home movie. Un’overdose di baci comici, drammatici ed erotici, di promesse di fedeltà fatte su una pista di pattinaggio o al termine di un giro sulle montagne russe, di strenue battaglie per la libertà contro il razzismo e la xenofobia. Evitando la sterile elencazione, meritano di essere menzionate almeno tre scene che colpiscono al cuore: il primo bacio al cinema datato 1899 (The Kiss in the Tunnel di George Albert Smith); la lunga sequenza tratta da Piccadilly (1929), con protagonista assoluta la affascinante star cino-americana Anna May Wong; la delicata e al contempo perentoria messinscena “politica” di My Beautiful Laundrette, umanissima ricognizione sulla sessualità diretta da Stephen Frears nel 1985. Eccolo l’amore, non solo in senso romantico: un elemento essenziale che attraversa la storia dell’umanità e la storia dell’Arte, che in essa si riflette. Un fondamento di cui spesso tuttavia ci dimentichiamo o che pieghiamo ad interpretazioni distorte, come sottolinea la stessa Kim Longinotto dedicando, in chiusura, il suo lavoro a Farzana Parveen, ragazza pakistana lapidata a morte dalla sua famiglia per una questione d’onore.
Love is All [id., Gran Bretagna 2014] REGIA Kim Longinotto.
SOGGETTO Kim Longinotto. MONTAGGIO Ollie Huddleston. MUSICHE Richard Hawley.
Documentario, durata 72 minuti.