Amore e burlesque in 3D
Fausto Brizzi, dopo gli intrecci di Ex e del dittico Maschi contro femmine – Femmine contro maschi, torna al cinema proponendo una nuova commedia, Com’è bello far l’amore, girata per la prima volta anche in 3D.
Andrea (Fabio De Luigi) e Giulia (Claudia Gerini) sono una tranquilla coppia di quarantenni, con un figlio adolescente, Simone (Alessandro Sperduti), alle prese con i primi problemi di cuore. Il loro matrimonio, però, ha una pecca: non fanno più l’amore. A risolvere la situazione ci pensa Max (Filippo Timi), un pornodivo amico di Giulia che piomba in casa loro direttamente da Hollywood. Fra consigli ed equivoci, vecchi ricordi e burlesque, fanno di tutto pur di salvare il salvabile.
Finito quindi il periodo dei cinepanettoni, l’Italia, dopo il successo al box-office di Benvenuti al Nord, punta sull’ennesima commedia che non svela e non propone niente di nuovo. Un film che parla di quotidianità del matrimonio, sulla stabilità raggiunta, a discapito di una componente importante ma non sempre fondamentale, il sesso. E per una volta, non c’è di mezzo nessun tradimento. Il film si concentra quindi sulla figura di Filippo Timi, alla prese con il primo ruolo comico. Lo scopo del regista è far ridere con battute simili a barzellette e scene improbabili, ma, tranne che in poche occasioni non ci riesce. L’espressione degli attori, in molti casi, è sempre la stessa, e il “pacchetto film” sembra già visto e rivisto. E non serve a dare profondità l’incipit iniziale con un surreale colloquio tra i fratelli Lumiere sul ruolo del cinema. Opera d’arte o semplice mezzo per nuovi amori in un sala buia ed accogliente meglio ancora con un Bellocchio o un von Trier in sottofondo? La risposta con semplicità nei 97 minuti da trascorrere con spensieratezza in un periodo di crisi, ma niente di più. E la terza dimensione di certo nulla aggiunge.