Dopoguerra senza fine
Un anno dopo la sua presentazione nella sezione “Un Certain Regard” del Festival di Cannes e al Biografilm di Bologna arriva in sala Dopo la guerra, primo lungometraggio di Annarita Zambrano, regista italiana residente in Francia da anni.
L’intento è quello di un punto di vista inedito sulle conseguenze della lotta armata, che si concentra sul rapporto tra la Storia e il privato delle persone coinvolte loro malgrado nelle scelte di vita estreme di chi fu in “guerra contro lo Stato”. È il 2002: Marco Lamberti (Giuseppe Battiston), intellettuale ed ex-terrorista, vive in Francia da vent’anni, beneficiario della Dottrina Mitterrand, ma l’omicidio di un giudice a Bologna, ricalcato su quello di Marco Biagi e rivendicato da una sigla che ha lo stesso nome del suo gruppo armato degli anni Ottanta, lo riporta al centro delle indagini, costringendolo alla fuga. Sono però i suoi familiari a Bologna, la madre e la sorella Anna (Barbora Bobulova) con la sua famiglia, a precipitare per primi nelle conseguenze indesiderate del ritorno di un passato subìto, allontanato eppure ancora in grado di condizionare il loro presente. Anche la figlia sedicenne di Marco, Viola, nata in Francia, subisce le scelte politiche ed esistenziali del genitore, costretta alla clandestinità di un casolare semi-abbandonato, con un padre che pretende l’abbandono della sua quotidianità ma che la conosce così poco da non sapere nemmeno quali scarpe mettere nel bagaglio di fortuna della fuga imposta. Il film si disinteressa del contesto politico del presente in cui viene perpetrato l’omicidio iniziale, per lavorare sulle relazioni tra i personaggi, evidenziando il trauma della storia che irrompe nell’intimità della casa e della famiglia e adottando un registro misurato e dolente, sia nella regia che nelle interpretazioni. Il quadro ideologico è relegato all’intervista di Marco con una giornalista francese, in cui il terrorista ripercorre la sua guerra, rivendicando le sue scelte e il suo rifiuto di venire a patti con la giustizia italiana. L’intuizione più felice è la presenza di Viola (la brava Charlotte Cétaire), gravata dal peso di scelte di vita e di azioni non sue, che vive compressa tra vitalità repressa, rabbia e affetto a corrente alternata per il padre. Tuttavia lo schematismo delle rivelazioni finali e l’assenza di un vero tentativo di analisi politica sono gli elementi più banalizzanti del film, culminanti in un finale di comodo che conclude senza l’adeguato senso di chiusura cui un racconto del genere avrebbe potuto aspirare.
Dopo la guerra [Après la guerre, Italia/Francia 2017] REGIA Annarita Zambrano.
CAST Giuseppe Battiston, Barbora Bobulova, Charlotte Cétaire, Elisabetta Piccolomini.
SCENEGGIATURA Delphine Agut, Annarita Zambrano. FOTOGRAFIA Laurent Brunet. MUSICHE Grégoire Hetzel.
Drammatico, durata 100 minuti.