Non ci sono vincitori, solo sopravvissuti
Katniss è sopravvissuta ai 74° Hunger Games. Non senza conseguenze: oltre agli incubi ricorrenti e ai rapporti interpersonali con amici e familiari compromessi, il suo gesto di sfida – l’aver tentato il duplice suicidio assieme a Peeta una volta rimasti gli unici due concorrenti – ha di fatto provocato, nella popolazione dei dodici distretti, un forte senso di ribellione.
La spilla con la ghiandaia imitatrice come portafortuna si è trasformata nel simbolo sotto cui, per la prima volta, tutti i poveri e sottomessi di Panem si sono riuniti per contrastare il potere centrale della Capitale. La 75° edizione dei Giochi, ovvero la terza edizione della Memoria, sarà l’occasione d’oro per il Presidente per ricordare al popolo “che anche il più forte tra loro non può prevalere sulla potenza di Capitol City”. La ragazza di fuoco è il secondo episodio di una vicenda fantastica estremamente coesa al nostro tempo, pur enfatizzando condizioni sociali e contesti totalitaristici, in cui il senso di impotenza del popolo pian piano si muta in consapevolezza, fomentata da gesti e simboli a loro volta nati da quella stessa debolezza, nonostante il loro significato e importanza rimangano ignari ai più. Katniss subisce inerme le angherie del governo autarchico, poiché ad ogni suo gesto di ribellione corrispondono minacce e torture per sé e la sua famiglia. Eppure i suoi tentativi colpiscono gli spettatori degli Hunger Games (quelli diegetici, ma anche noi che siamo oltre lo schermo) che, incuranti per le loro vite, iniziano a ribellarsi ad uno ad uno, facendo nascere la fatale rivolta che sarà il centro dei prossimi due film, tratti dal terzo romanzo Il canto della rivolta.
Tutto questo sentimento di insubordinazione viene trascritto magistralmente dal libro al film, che mantiene anche una linea stilistica coerente con la precedente pellicola del 2012, nonostante il cambio di regista, da Gary Goss a Francis Lawrence. Il focus della narrazione verte su tutti i punti salienti della vicenda, dandovi spessore ma anche ritmo e spazio ai personaggi secondari (un cast perfettamente disegnato sui caratteri originali), e l’atmosfera della rivolta viene sottolineata con libere interpretazioni rispetto al romanzo, integrate comunque alla perfezione. Katniss non solo è un’eroina nel suo mondo, ma con il suo coraggio che nasce dall’inerzia della disperazione è anche un esempio per il nostro.
Hunger Games – La ragazza di fuoco [The Hunger Games: Catching Fire, USA 2013] REGIA Francis Lawrence.
CAST Jennifer Lawrence, Josh Hutcherson, Elizabeth Banks, Donald Sutherland, Stanley Tucci.
SCENEGGIATURA Michael Arndt, Simon Beaufoy (tratto dall’omonimo romanzo di Suzanne Collins). FOTOGRAFIA Jo Willems. MUSICHE James Newton Howard.
Avventura/Drammatico, durata 146 minuti.