Almeno dura poco. E poi, c’è un tornado di fuoco!
Beh, per essere spettacolare Into the Storm è spettacolare, questo è innegabile. Il grosso problema, piuttosto prevedibile in realtà, e oramai imprescindibile piaga di questo tipo di produzioni, è il contorno, ciò che sta a lato degli effetti speciali.
Non che le aspettative di partenza fossero elevatissime, sia chiaro, ma una volta usciti dalla sala a persistere è la relativamente calda sensazione “che poteva andare molto peggio”. Twister del nuovo millennio (non proprio il migliore dei biglietti da visita), Into the Storm ha per lo meno il buon gusto di non durare troppo (89 minuti), di non calcare la mano su pipponi ambientalisti (più volte comunque sottolineati implicitamente dalla furba sceneggiatura di John Swetnam) e di relegare nei pochi minuti finali il patriottismo d’obbligo a stelle-e-strisce, con gli operosi americani che si rialzano sempre fieri dopo le catastrofi, naturali aliene virali soprannaturali che siano. Il resto è noia, ma di veloce passaggio, spazzato via da trombe d’aria infuocate e tornado godzilleschi. Si intrecciano tre linee narrative: babbo (Richard Armitage) più figlio minore alla ricerca del figlio maggiore con il quale ha pessimi rapporti dopo la morte della madre, intrappolato nelle macerie; un documentarista (Matt Walsh) specializzato in tempeste e la sua squadra di cameramen più meteorologa incompresa (Sarah Wayne Callies) che trascura la figlia per il lavoro, determinati nel riprendere cosa accade nell’occhio del ciclone; l’immancabile “linea comica” affidata a due rednecks, Jackass wannabe, che si filmano con la GoPro mentre da sbronzi fanno delle imbecillate, malleabili e indistruttibili come cartoni animati (tant’è che finiscono nel tornado e ne escono interi, tra le altre cose).
Famiglia, lavoro, sogni, redenzione, seconde possibilità ecc., le tematiche son sempre quelle. Per fortuna ci sono i tornado, e aiuta, per quanto ormai inflazionato, lo stratagemma del raccontare le vicende con un miscuglio di POV e found footage: tutto il film è basato sulle riprese effettuate dai due ragazzi e dalle decine di telecamere montate sul Titus, sottospecie di Batmobile antitornado utilizzata dai cacciatori di tempeste, attrezzatissima per resistere alle condizioni atmosferiche più estreme. La trovata funziona, ma qualche anno fa avrebbe fatto più effetto.
Inutile negarlo, Into the Storm è un filmetto e nulla più, una Standard Operational Bullshit, per dirla alla Blake Edwards, e una volta visto il trailer restano ben poche sorprese. Ma almeno il regista Steven Quale, già aiuto di Cameron, ci prova, ed è meglio di niente.
Into the Storm [id., USA 2014] REGIA Steven Quale.
CAST Richard Armitage, Sarah Wayne Callies, Matt Walsh, Max Deacon, Nathan Kress, Alycia Debnam Carey, Arlen Escarpeta, Kyle Davis.
SCENEGGIATURA John Swetnam. FOTOGRAFIA Brian Pearson. MUSICHE Brian Tyler.
Catastrofico/Found Footage, durata 89 minuti.