Film-tv negli USA, dritto in sala in Italia
Una squadra politically correct di Navy Seals (il bianco wasp, il bianco capellone ”ribelle”, il latino, il nero e – novità! – il gay) viene spedita in Pakistan per esercitarsi su un’operazione segreta, nell’attesa che la CIA raccolga abbastanza informazioni per dare il via alla missione. La posta in gioco è grande, poiché il bersaglio pare essere il signor Osama Bin Laden.
Code Name: Geronimo, del mestierante John Stockwell, si propone come prima versione cinematografica del raid che, la notte del 2 maggio 2011, ad Abbottabad in Pakistan, ha portato all’uccisione del leader di Al-Quaeda da parte dell’esercito americano. Scisso in due parti alternate tra loro – una che segue il lavoro di intelligence e l’altra la vita di campo dei militi – il film riesce nel magico risultato di essere banale, prevedibile e poco approfondito in entrambe. Una possibile – probabile – spiegazione a tale pressapochismo è rintracciabile nella volontà di anticipare l’atteso Zero Dark Thirty di Katherine Bigelow, che tratta gli stessi argomenti, ma con accesso a più fonti ufficiali, che dovrebbe uscire nelle sale americane il 19 dicembre di quest’anno. Un’altra è l’improvviso cambio di direzione del progetto: sebbene Code Name: Geronimo da principio fosse destinato alle sale cinematografiche, poi è stato convertito in un film-tv trasmesso il 4 novembre dal National Geographic Channel americano con il titolo Seal Team Six: The Raid on Osama Bin Laden. La fretta e la nuova piattaforma di destinazione sicuro non hanno fatto bene al film, e tra soldati che ricordano il loro 11/9, stereotipi ambulanti (il Seal che ha perso la moglie nelle Twin Towers, il soldatino modello con problemi di corna, la giovane analista delle CIA che capisce tutto e non viene creduta perché bionda e tettona…), inseguimenti a due all’ora per le strade di Abbottabad e pochissime scene d’azione, subito ci si disinteressa dell’aspetto più documentaristico della vicenda e altro non si fa che attendere con impazienza la scena finale dell’assalto a Osama. Che, puntualmente, delude per la sua inconsistenza, il montaggio ipercinetico e frammentato e la fotografia troppo scura (ok è notte, ma insomma…). Il tasso di patriottismo spicciolo è alto, ma almeno, durante i titoli di coda, viene spiegato come il governo americano abbia abbandonato i pakistani che, mettendo in gioco la propria vita, hanno fornito tutte le informazioni necessarie per convincere la CIA a dare il via all’attacco. Arrestati la mattina dopo l’operazione e accusati del governo pakistano di alto tradimento, ora rischiano la pena di morte. Cosa interessante da sapere, ma purtroppo il tanfo di idea pensata a tavolino per strizzare l’occhio al pubblico antimilitarista è molto, molto, molto forte.
Code Name: Geronimo [id., noto anche come Seal Team Six: The Raid on Osama Bin Laden, USA 2012] REGIA John Stockwell.
CAST Cam Gigandit, Kathleen Robertson, Freddy Rodriguez, William Fichtner.
SCENEGGIATURA Kendall Lampkin. FOTOGRAFIA Peter Holland. MUSICHE Paul Haslinger.
Azione, durata 90 minuti.