Pubblico e privato
In determinate situazioni storiche e in zone calde, lacerate da conflitti sedimentati nei decenni, conflitti entrati fin nelle maglie dei rapporti familiari e personali, è inevitabile che pubblico e privato abbiano un rapporto stretto e quasi inestricabile, molto più forte che in condizioni normali.
Un po’ come se l’ombra della Storia con la s maiuscola allunghi continuamente la sua ombra sulle tante piccole storie personali, condizionandole in maniera spesso decisiva. Questo è un po’ l’assunto di base di Doppio gioco di James Marsh, ambientato nella Belfast della lotta per l’indipendenza Nord irlandese e dell’IRA. Dopo un tragico prologo, riferito all’infanzia della protagonista nei primi anni Settanta e punto d’origine di tutti i fili della vicenda, vediamo Colette, giovane irlandese, madre di un bimbo di 10 anni e legata all’IRA, nel tentativo di attuare un attentato nella metropolitana di Londra. Immediatamente arrestata, un agente dei servizi segreti inglesi le pone un ultimatum: o diventa informatrice, o entra in carcere. Anche tenendo conto del fatto che al seconda opzione avrebbe comportato al perdita del figlio, Colette sceglie, a malincuore e suo malgrado, di collaborare, nonostante abbia letteralmente l’IRA in casa. Naturalmente, anche le prospettive di essere scoperta dall’IRA non sono entusiasmanti; la giovane donna vive così sul filo del rasoio di un ambiguo doppio gioco complicato dai rapporti familiari in ballo. La situazione peggiora ulteriormente quando i servizi segreti scelgono di abbandonarla al suo destino perché interessati a proteggere altri informatori di vecchia data, decisione a cui si oppone Mac, l’agente che ha “convinto” Colette a diventare collaboratrice. Come accennavamo all’inizio, il film è giocato sull’influenza che certi contesti storici e politici hanno sul privato dei rapporti familiari, base tematica di una spy story abbastanza tradizionale nello svolgimento narrativo e che offre il punto di maggiore interesse proprio nella gestione delle tensioni, delle emozioni e dei sentimenti della protagonista. Tutto è reso dalla continua insistenza sui primi piani, dalla presenza di significative soggettive, che rendono lo spettatore perfettamente partecipe delle angosce della protagonista e di un intero popolo la cui lotta ha inquinato i rapporti più quotidiani.
Doppio gioco (Shadow Dancer, Gran Bretagna 2012) REGIA James Marsh.
CAST Andrea Riseborough, Clive Owen, Brid Brennan, Aidan Gillen, Domhnall Gleeson.
SCENEGGIATURA Tom Bradly. FOTOGRAFIA Rob Hardy. MUSICHE Dickon Hinchliffe.
Spy story, durata 100 minuti.