Ode alla grande banalità
Cinque vite di cinque aspiranti attori nell’Italia delle soap, delle partite di calcio per beneficenza e della decadenza tutt’altro che sorrentiniana. Cinque ragazzi di vita col medesimo sogno: gustare una fetta di successo, avvicinarsi all’olimpo della visibilità senza scrupolo alcuno.
Ognuno con la sua storia e per la sua strada metteranno in scena dei piccoli-grandi drammi racchiusi nell’arco dei pochi giorni che li separano dal provino della provvidenza. Le logiche distributive continuano a provocare dei grassi “boh” nel pubblico ma, soprattutto, nella critica di settore. Dopo essere passato a Roma, il nuovo film di Marco Risi Tre tocchi arriva in pochissime sale italiane, due per la precisione quelle toscane: lo Spazio Alfieri con due/tre spettacoli e il Cineplex di Pisa con due spettacoli pomeridiani, quasi fosse un film d’animazione adatto ai più piccoli. Non si capisce il perché di questa miopia a fronte di un’opera, seppur consapevolmente modesta negli intenti – siamo lontani anni luce dalla pomposità de La grande bellezza, che trova proprio nella complementarietà con il film di Sorrentino la sua più viva ragion d’essere. D’altronde i cinque attori e attorucoli si muovono nelle stesse trame sfilacciate di un Paese ormai indirizzato verso il vuoto: sia Roma, Napoli o qualunque altra città, le loro storie compongono un quadro chiaro e ampio del sottomondo cinematografico e seriale fatto di accordi, strette di mano, di “le faremo sapere”. Come ha confidato Gilles Rocca, uno dei protagonisti, nel corso dell’introduzione al film, ormai in questo campo non c’è più spazio nemmeno per il provino perché il provino è il film stesso, in un circolo vizioso e viziato che imbriglia in parte la creatività e il merito. Questi cinque personaggi in cerca di autore navigano a braccio cercando di non affogare: chi combattendo contro una sua innata passione distruttiva, chi convivendo con un’anziana attrice lobotomizzata dalla tv, unico ponte possibile verso la notorietà, chi confondendo la vita sul set di una soap di successo con la realtà. Le periferie e i palazzi, i campi di calcio, le docce, il mare: il contraltare della “grande bellezza” sta proprio in questa “grande banalità” che non ha un solo Virgilio, come fu Jep Gambardella, ma cinque novelli “Dante”, esploratori del mondo oltre l’apparenza. Non tutti questi disperati sono convincenti nella loro disperazione ma alla fine resta la sensazione di aver capito un po’ di più di cosa è diventata la nostra vita: un’azione in tre tocchi verso un provino.
Tre tocchi [Italia 2014] REGIA Marco Risi.
CAST Massimiliano Benvenuto, Leandro Amato, Emiliano Ragno, Vincenzo De Michele, Gilles Rocca.
SCENEGGIATURA Marco Risi, Francesco Frangipane, Riccardo Di Torrebruna. FOTOGRAFIA Andrea Busiri Vici.
Drammatico, durata 100 minuti.