La vita a carte scoperte
Una cena tra amici, coppie consolidate o appena formate, con figli adolescenti o in cerca del primo. Un bel mix di persone, caratteri e storie diverse – tutti molto ben caratterizzati e ben interpretati – che ad un certo punto decidono di fare un gioco pericoloso: mettere al centro della tavola i cellulari per condividere ogni messaggio o chiamata.
Un passatempo nato dalla considerazione che ormai tutta la nostra vita è all’interno di quell’aggeggio sempre attaccato a noi, “scatola nera” della nostra vita. Ma anche in un’amicizia lunga e duratura o in un matrimonio consolidato i segreti esistono e vengono fuori inaspettatamente. La sceneggiatura a dieci mani di Perfetti sconosciuti appare fin da subito ben calibrata, con un ritmo incalzante di ironia e battute di spirito. Il regista Paolo Genovese (lo stesso di Immaturi e Tutta colpa di Freud) accompagna gli attori in questo racconto che va piano piano a mettere a nudo i personaggi, ribaltando l’idea iniziale di gruppo affiatato. Una delle parti più interessanti la occupa l’esemplare rapporto padre/figlia adolescente, in cui il saper ascoltare e proteggere senza costrizioni ripaga a dispetto di una madre più dispotica o – come la definisce la figlia diciassettenne – semplicemente “stronza”. Per una volta quella del padre non è solo una presenza, risulta la parte più solida e sensata della famiglia, a differenza di come spesso venga liquidata con qualche raro passaggio o luogo comune questa figura genitoriale nella cinematografia – compresi nei film d’animazione – in una società come la nostra in cui è ancora tristemente radicata l’idea che la figura essenziale e insostituibile sia solo quella materna. Altro aspetto che viene a galla è quello dell’omosessualità che fa sgretolare in un secondo conoscenze quasi secolari ma allo stesso tempo fa credere in un mondo migliore grazie ad altri personaggi. Argomenti delicati ma trattati con eleganza e senza mai scadere nel banale o nella retorica, un’inaspettata analisi sociologica accurata e al contempo divertente. Solo una cosa stona: la scena finale in cui una fede gira vorticosamente sul tavolo in una citazione troppo palese di Inception; solo che in Perfetti sconosciuti l’anello si ferma, cade e il fine serata è il solito, una conclusione in cui i giocatori hanno detto no e la partita non c’è stata.
Perfetti sconosciuti [Italia 2016] REGIA Paolo Genovese.
CAST Anna Foglietta, Marco Giallini, Edoardo Leo, Valerio Mastandrea, Kasia Smutniak.
SCENEGGIATURA Paolo Genovese, Filippo Bologna, Paolo Costella, Paola Mammini, Rolando Ravello. FOTOGRAFIA Consuelo Catucci, Fabrizio Lucci. MUSICHE Maurizio Filardo.
Commedia, durata 97 minuti.