La scoperta di un amore (e di sé)
Partendo dal romanzo di Patricia Highsmith The Price of Salt, Todd Haynes racconta la toccante e profonda storia d’amore tra Carol/Cate Blanchett e Therese/Rooney Mara. Dopo 13 anni da Lontano dal paradiso il regista, facendo eco al cinema classico hollywoodiano (Douglas Sirk), con Carol ricostruisce l’America degli anni ’50, piena di speranza ma anche di chiusure, bigotta e invidiosa.
Carol e Therese, diverse per ceto sociale (l’una, figlia di quella borghesia che ha saputo rialzarsi dall’esperienza bellica, l’altra solo una commessa), storia personale (la prima insegnante, madre, quasi ex moglie, la seconda single nonostante i vari pretendenti) e indole trovano l’una nell’altra il completamento. Il cineasta mette al centro lo sguardo e il corpo, i loro occhi complici e desideranti capiscono che nulla sarà più lo stesso. Un trenino venduto e un paio di guanti lasciati sono il casus amoris. Lo spettatore segue il tempo dei sentimenti: è un movimento lento (il viaggio in macchina), certo gioioso ma non privo di strappi. Carol e Therese iniziano a conoscere i dettagli – mani, zigomi, bocche − immergendosi in un mondo ovattato, come i bambini quando cominciano a guardare per la prima volta. Il corpo femminile, come capita spesso nel cinema di Haynes, non è solo mezzo di piacere ma anche strumento grazie al quale si racconta il cambiamento sociale e culturale; nonostante ci sia solo un incontro carnale all’interno della pellicola, apice dell’amore, è come se il lambirsi nascostamente sia preludio necessario per arrivare alla “crescita”. La pelle di porcellana di Carol affascina e conturba la giovane che, con gli occhi spalancati, indaga cuore e mente, mentre l’ingenuità curiosa di Therese tocca la donna più matura, maturità che raggiunge il suo compimento con un sacrificio estremo, proprio grazie alla ragazza. Carol è un film sull’amore, completo e totale, fatto di una sottile e dilagante sessualità e di affinità elettiva, sulla paura della gente, ma anche sulla conoscenza di sé, sulla costruzione della propria identità, mostrando l’emancipazione femminile in senso lato e l’uscita da una “folle” prigionia (metafora di questo sono i titoli di testa in cui compaiono le grate). Carol, con la sua bellezza elegante e sofisticata come quella della sua protagonista, ci fa respirare, riempiendoci i polmoni d’aria buona, facendoci uscire dal cinema profondamente innamorati.
Carol [id., Gran Bretagna/USA 2015] REGIA Todd Haynes.
CAST Cate Blanchett, Rooney Mara, Kyle Chandler, Jake Lacy, Sarah Paulson.
SCENEGGIATURA Phyllis Nagy (tratta dal romanzo The Price of Salt di Patricia Highsmith). FOTOGRAFIA Edward Lachman. MUSICHE Carter Burwell.
Drammatico, durata 118 minuti.