La difesa dei valori
Dopo aver visto Come ammazzare il capo… e vivere felici (dimenticabile titolo italiano alla faccia del più contenuto e diretto originale Horrible Bosses) è difficile non pensare alla saga di Una notte da leoni.
Queste due produzioni dimostrano di avere in comune numerosi elementi, capaci di esplicare i meccanismi utilizzati da una buona parte della commedia americana di questi ultimi anni. In entrambe il nucleo di amici è messo al centro del racconto, e al gruppo capita di ritrovarsi in una situazione imprevista e straordinaria. Se i personaggi principali de Una notte da leoni sono costretti a ricostruire le loro ultime 12 ore e ritrovare un amico a Las Vegas e poi a Bangkok, in Horrible Bosses la missione da compiere è quella di eliminare i tre insopportabili datori di lavoro. In tutti questi film la struttura narrativa tende all’accumulo, ma mentre nei titoli di Todd Phillips troviamo un’idea di narrazione fortemente ludica, in cui la ricostruzione della nottata è prima di tutto uno svago dello spettatore che si diverte a unire le tessere più improbabili di un puzzle, nel film di Seth Gordon questo non accade. L’attenzione è rivolta maggiormente alla caratterizzazione dei tre antagonisti che diventano il vero motore comico della pellicola. È molto convincente la scelta degli attori che interpretano i tre boss: Kevin Spacey, Jennifer Aniston e Colin Farrell. I tre capi rappresentano la provocazione ad alcuni dei valori fondamentali della medio-alta borghesia americana (il matrimonio come vincolo sacro, il merito e la dedizione al lavoro), ma a differenza di Una notte da leoni in cui il vincolo del matrimonio doveva esser difeso da un mondo selvaggio e ostile (come la Bangkok del secondo episodio) e in cui ogni dissolutezza doveva rimanere nascosta affinché lo stato sociale rimanesse tale, i protagonisti di Come ammazzare il capo… e vivere felici mostrano invece la faccia più ipocrita di questa borghesia che si spaccia come progressista ed egualitaria, ma è capace di considerare il cliente di un locale di periferia come assassino solo perché è nero. La falsità della classe rappresentata nella pellicola di Seth Gordon è lo specchio di un’America che si crede capace di dialogare con se stessa e di esser l’ultima frontiera della libertà, ma che invece non fa altro che ripetere le eterne lamentele sulla “bastardaggine” del proprio capo, capace di ostacolare l’ascesa professionale e quindi i propri interessi.
Come ammazzare il capo… e vivere felici [Horrible Bosses, USA 2011] REGIA Seth Gordon.
CAST Jason Bateman, Jennifer Aniston, Kevin Spacey, Jason Sudeikis.
SCENEGGIATURA Michael Markowitz, John Francis Daley, Jonathan M. Goldstein. FOTOGRAFIA David Hennings. MUSICHE Christopher Lennertz.
Commedia, durata 98 minuti.